Tuttavia, la percezione del dramma, in mancanza di qualcosa che lo rinfacci, si attutisce
In questa gara infinita a chi è più idiota, intellettualmente disonesto e razzista/buonista, io non so davvero dove collocarmi. E dire che potrei averle tutte queste caratteristiche se mi ci mettessi d’impegno. Va be’, idiota è facile, anche per una forte propensione personale, e quindi non mi provoca particolari problemi, posso tranquillamente ascrivermi a questa categoria. Nulla di più facile, basta stare appesi alla notizia di turno e non capirla, anzi utilizzarla a fini di propaganda politica. Lo so, vi state chiedendo se la mia provocazione è indirizzata ad uno schieramento piuttosto che all’altro. Non ve lo dico così ognuno di voi che si intende schierato potrà pensare che mi rivolgo allo spiegamento avverso. Intellettualmente disonesto lo posso facilmente diventare, basta prendere per oro colato quello che mi dice il politico che ho votato e difenderlo fino allo sfinimento nonché stritolamento, non mio s’intende, ma dei coglioni di chi si avventura a leggermi. Razzista? E che ci vuole! Nel mio caso davvero proprio nulla, basta dire che ho votato per i 5 stelle e di default uno del PD mi dirà che sono razzista. Che poi votare Di Maio, che ogni tre congiuntivi ne sbaglia quattro, e dire che sono razzista è veramente un ossimoro. Buonista? Anche qui non avrei difficoltà alcuna, basta dire che “ i confini non esistono”, oppure che “sono nostri fratelli e non vanno fatti morire in mare” (cosa di per sé ontologicamente vera e per ciò stesso inattaccabile) e però poi andarmene in spiaggia a ribadire al mondo intero con un bel telefonino assemblato da un bambino thailandese schiavizzato, quanto io sia buono. Forse ci è sfuggito qualcosa degli ultimi venti o trenta anni, ragion per cui è assolutamente normale che ci siamo giustamente commossi nel vedere dei bambini annegati. Chiunque dotato di buon senso, e di un briciolo di umanità quelle foto non vorrebbe vederle, aggiungo, chiunque vorrebbe che tutto ciò non fosse mai successo. Ecco, ora per un attimo immaginate che non vi siano foto di bambini annegati né di bambini schiavizzati, né di bambini violentati da pedofili a volte anche preti, né di bambini ammazzati di botte nelle pareti domestiche da padri o madri diversamente amorevoli. Il fatto che non vi siano immagini ad immortalare lo scempio della disumanità non impedisce purtroppo che la stessa non si verifichi. I bambini continuano ad essere sfruttati e a morire, per fame, per violenza, per colpevoli distrazioni di noi genitori, di noi esseri umani che nei confronti di tutti i bambini dovremmo avvertire l’impellenza e, aggiungo, l’onore di prendercene cura senza la minima reticenza! Tuttavia, la percezione del dramma, in mancanza di qualcosa che ce lo rinfacci, si attutisce, la nostra indignazione scema e, tra un calcio a un pallone cucito a mano da un ottenne asiatico e una cenetta davanti ad un caminetto comodamente seduti su un tappeto persiano tessuto da altro bambino, possiamo tranquillamente goderci la serata. Siamo tutti vittime consapevoli di quella strana patologia che affligge lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia, solo che noi lo facciamo per non vedere la realtà che ci circonda mentre lo struzzo lo fa soltanto per mimetizzarsi in caso di pericolo. Ma lo struzzo è animale intelligente mica è un essere umano. Ora detto questo, a parte qualche caso isolato di vera e propria indignazione per quei morti annegati, bambini o adulti che siano, ma veramente pensiamo di essere credibili con la nostra afflizione bellamente affissa nei nostri post? No, tranquilli, non credo sia ipocrisia, magari è solo disattenzione verso le altre ingiustizie che non vengono palesate ai nostri occhi, magari è veramente colpita la nostra sfera emotiva e per questo ci commuoviamo di fronte a certe scene. Per la verità io non penso nulla sul punto, non ho un’idea precisa di cosa possa determinare nelle nostre coscienze un afflato umanitario piuttosto che un altro. Certo è che se uno si ferma a pensare, magari anche mentre scrive da un pc probabilmente assemblato da un bambino coreano sfruttato e schiavizzato e per questo molto meno costoso di altri, un po’ di sana indignazione dovrebbe assalirci. Io invece, scrivo tranquillamente da questo pc e magari poi leggerò i vostri post indignati scritti da cellulari mega costosi su cui le grosse aziende lucrano parecchio a danno di bambini ipersfruttati e stasera, per consolarmi di tutta questa ingiustizia, mi preparerò una cena a base di pomodori San Marzano raccolti da braccianti senegalesi o nigeriani pagati a un euro al quintale raccolto e, in ragione di ciò, molto meno cari di quel che dovrebbero costare, e per frutta mangerò delle arance raccolte da altri immigrati che vivono nelle tendopoli di Rosarno e via dicendo. Poi realizzerò il capolavoro, dicendo e sentendomi oltremodo buono, che gli immigrati ci “servono” per pagare le pensioni dei nostri anziani e le nostre che non percepiremo mai, o addirittura per ripopolare la nazione afflitta da calo demografico. Ed in questo non ci vedo nulla di male se dei poveretti vengono messi su dei barconi e lasciati alla deriva. L’importante è che io, occidentale buono e generoso, dia un’opportunità a delle persone disperate a venire a disperarsi qui, davanti a me, in modo che io possa sentirmi buono nel dargli i miei avanzi. Sì, lo so, sembra quasi che io sia polemico nel dire ciò, ma non è così. E per dimostrarvelo che non sono polemico vi racconto cosa ho fatto qualche giorno fa. Erano i giorni caldi della vicenda Aquarious, con a bordo dei disperati che nessun governo europeo, oltre a quello italiano, inizialmente voleva accogliere. Bene, avendo scorto da parte mia un’abbondanza di post in cui si inneggiava all’umana pietas, bieco come un avvoltoio mi sono fiondato a scrivere un post in cui segnalavo all’umana pietas di cui sopra la persistenza, da oltre 25 anni di una, fra le tante mense per persone in difficoltà, che serve cibi caldi ogni domenica. Ovvio che quando uno è buono è buono, mica un po’ si e un po’ no. Allora mi sono detto: “ Damiano, stavolta hai trovato gente che si prodigherà anche per i disperati che già ci sono, siano essi immigrati o indigeni” ed ho chiaramente detto che chi volesse aiutare personalmente con opera di volontariato e/o offrendo cibi, poteva tranquillamente rivolgersi in privato a me. Bene, a fronte di un migliaio di post inneggianti alla umana pietas per i disperati dell’Aquarious, il sottoscritto ha ricevuto l’adesione per gli aiuti di ben 5 persone, che tra l’altro conoscevo già per la generosità, vera e priva di interesse politico, di cui sono capaci. Persone splendide, dicevo, che nell’anonimato della chat hanno risposto al mio invito, ebbene sì polemico, piuttosto che stracciarsi le vesti di fronte al dramma in mare e fottersene di chi abbiamo già l’opportunità di aiutare. Perché io che non sono affatto buono ritengo tuttavia che chi la sappia cogliere, l’aiutare gli altri in difficoltà, che siano in mezzo al mare o alla deriva nelle nostre periferie, sia una sacrosanta opportunità di una bellezza assai rara. Miei cari, possiamo dirci tutto e continuare a darci colpi bassi pur di dimostrare che abbiamo ragione e dirci quanto siamo fighi e intelligenti e dalla parte giusta solo che mentre lo facciamo alcuni affogano in mare e altri rovistano nella spazzatura pur di avere qualcosa da mangiare. Io lo dico per voi, ché a me non importa nulla degli altri, ma voi che avete tanto a cuore le sorti del mondo intero, cominciate da quel mondo che avete a portata di mano e, statene certi, che il vostro aiuto, anche se a voi non sembrerà, arriverà anche a chi è lontano, come fosse un filo invisibile che ci lega gli uni agli altri e che si perpetua all’infinito. Di questo, nonostante la mia poca propensione al prossimo, ne sono assolutamente certo!