Non avevo capito che il terzo mondo non è dovuto solo al livello del PIL, ma è direttamente proporzionale all'ignoranza dei "cittadini" e delle "cittadine" del posto.
Ricordo ancora la prima volta che, seduto accanto al professor Peter Grossman, affrontai il traffico cairota, convulso e senza alcuna regola. Allora pensai che Napoli, Palermo o Catania fossero delle città in cui gli automobilisti fossero da considerarsi oltremodo civili. Tornato a Reggio, ringraziai Dio di essere in un posto in cui non si rischiasse la vita attraversando la strada o semplicemente immettendosi in un incrocio. Quanto ero stolto! Non avevo capito che il terzo mondo non è dovuto solo al livello del PIL, ma è direttamente proporzionale all’ignoranza dei “cittadini” e delle “cittadine” del posto. A distanza di quattordici anni, ora vedo Reggio essere una città pienamente del terzo mondo, intenzionata a precipitare nei gironi infernali del quarto e del quinto.
Il paragone con l’Egitto mi sembra calzante sotto vari aspetti: come al Cairo, la manutenzione pubblica è assolutamente insoddisfacente, non solo e non tanto per l’incapacità degli amministratori, ma soprattutto per il livello di quel mix di ignoranza, stupidità, anarchia e prepotenza che caratterizza i rrhiggitani odierni e contemporanei. Non vi sentiate offesi, rrhigitaneddhi, perché non potrete mai negare che siete la vera causa della distruzione e della rovina di tutto ciò che è pubblico. Penso alla piazza di Sant’Anna, con le mattonelle divelte perché i signori (si fa per dire) continuano a parcheggiare le loro pesanti auto dove non potrebbero. Penso al manto stradale: ragionando da archeologo, riesco a riconoscere gli strati positivi e negativi che lo caratterizzano. Quasi sempre si tratta di lavori che hanno interessato il sottosuolo e le tubazioni, e che mai nessuno si è degnato di chiudere in modo corretto. Le strade di Reggio sono un patchwork di interventi e interventini, pubblici e privati, realizzati da una manovalanza che non si è mai evoluta dallo stato di australopiteco.
E la spazzatura? Avete il vostro bel daffare ad addossare tutte le colpe sul Comune, ma sapete bene, rrhiggitaneddhi, che non siete capaci di tenere pulito nemmeno il bizzolo davanti alle vostre case, che sono, invece, sempre linde e ben spazzate. Sappiate che la stessa cosa avviene in Egitto e in tutti i paesi del terzo, quarto e quinto mondo. Cari rrhiggitani, avete spalancato le porte dell’abisso, e vi avete gettato dentro la nostra città.
Per quanto riguarda il codice della strada, so che in alcune periferie, e ormai anche nel centro, è stato adottato quello dell’ISIS, un codice della strada jahdista, basato sulle regole dell’ignoranza e della prevaricazione. Peter Grossman, tanti anni fa, mi aveva illustrato quello in vigore al Cairo. Ve lo ripropongo, perché il Cairo siamo diventati noi. Ecco a voi le norme principali del codice della strada del terzo mondo:
- La regola del miglior guidatore: all’incrocio non ha diritto di precedenza chi viene da destra o non ha un segnale di stop o un semaforo rosso, ma la pretende l’autoproclamatosi “miglior guidatore”, che ha ogni diritto rispetto alla plebe dei “peggiori guidatori”. Il guaio, e i morti, avvengono quando si trovano all’incrocio due “migliori guidatori”!
- La regola dell’inshallah: arrivato all’incrocio, il guidatore fatalista non guarda a destra e a sinistra, ma si affida alla volontà di Allah: “se vuole Dio” sopravvivrà e passerà indenne; in caso contrario, ci sarà un incidente …
- La regola del kamikaze: leggera variante di quella enunciata sopra, che prevede che l’automobilista si getti senza ritegno contro le macchine che hanno precedenza, così, tanto per punirle …
- La regola della precedenza ad personam: si mormora che B. abbia tentato più volte di far approvare una legge che avrebbe consentito ai proprietari di “machinuni” di avere sempre e comunque la precedenza, in quanto esponenti del ceto sociale dominante, o presunto tale …
- La regola della “machina ri’ storti”: alcuni modelli di automobile sono acquistati esclusivamente da idioti completi, che, pure possedendo tutti gli accessori non di serie, non hanno il cervello connesso e si muovono come tanti “muntuni”, con paraocchi e risposta scostumata pronta, in caso di proteste civili.
- La regola del “piano piano”: molto in voga tra gli anziani, essa prevede che chi la usa impegni un incrocio in cui debba dare la precedenza, ma a velocità molto lenta, e non si fermerà nemmeno davanti all’evidenza di chi vorrebbe passare, avendo la precedenza. Forza muntuni!!
Finisco questa enunciazione con una minaccia: io sono pacifico, ma prima o poi inizierò a percuotere coloro che non usano le frecce, convinti che B. le abbia abolite, e non sarò tenero verso i “suonatori di clacson professionisti”, per i quali sarebbero da augurare le trombe del giudizio: Reggio risorgerà!