Il coltello ha proprio questa funzione, quello di consentire l’apertura verso l’io nascosto al fine di cogliere pienamente, e nella più totale libertà, l’anima di un altro essere umano.
Libro denso di significati, difficile da leggere, per molti astruso, per tanti troppo cerebrale da potersi definire romanzo. Romanzo, nel senso tradizionale non lo è, è un’opera epistolare, come tante della letteratura, e contiene uno scambio di emozioni, sensazioni e visioni tra un uomo ed una donna, Yair e Myriam. A iniziare il gioco è Yair che scorge Myriam in un luogo banale, anonimo (raduno del liceo) e dopo aver colto un gesto della donna decide di invitarla ad uno scambio epistolare. “ Io parlo solo di lettere, davvero. Non di incontri. Niente corpo né carne”…... “Solo le mie parole che incontrano le tue, il ritmo lento dei nostri respiri che si uniscono.”
Così comincia lo scambio, tutto astratto, fatto solo di parole, che diviene tuttavia sempre più intimo e più introspettivo, man mano che si avanza nella lettura. Lo scrittore infatti consente ai due personaggi di donarsi l’un l’altro con descrizioni che nella realtà non si manifestano ad estranei e forse talvolta neppure a sé stessi. Nel testo vengono descritte le quotidianità dei personaggi, le minuzie dell’agire, in un continuo svelamento ed abbattimento di ogni forma di pudore ed inibizione.
A mio avviso chi conosce e frequenta il mondo virtuale, chi è aduso a contatti sui social comprenderà benissimo la tipologia di legame che si crea tra i due protagonisti ed apprezzerà l’opera. In questo senso il libro, non è desueto, né adolescenziale, riguardo al rapporto tra l’uomo e la donna. Anzi è di estrema attualità.
Chi usa le chat non fonda il rapporto solo sulle parole? Chi intrattiene rapporti virtuali in maniera consapevole e adulta comprende quanto le parole creino legami, quanto certe pause possano essere rappresentative di stati di animo più di quanto della propria interiorità possa esprimere un verbo o un punto, laddove per vari motivi non è possibile uno scambio fisico.
Yair e Myriam al pari di chi vive rapporti in rete, vivono di parole e di frasi, di interpunzioni e di segni. L’unico elemento che li distingue dalle coppie del web è che i due protagonisti di Grossman, in nessun passo del libro, alterano la propria essenza identitaria: non si trasformano, ed anzi il coltello che l’autore usa, li trapassa da pagina a pagina, da frase in frase.
I due protagonisti non assumono identità multiple, come solitamente fanno i frequentatori della rete, si scavano “dentro” e sino alla fine, giungendo ai piccoli riti della quotidianità. In una parola tendono affannosamente ad evocare un’intima essenza. .
Yair a pag.138 “ Ancora una volta, Myriam, mi apri con chiavi segrete. Come fai a conoscermi così bene? Ascolta una storia.”
Myriam a pg. 291 “ Ciao Yair, è sera e sono a casa. Fuori la notte è nuvolosa e opaca, e il cielo sprigiona un freddo moderato, costante, sgradevole. Te ne parlo come se tu fossi altrove. Sei altrove. E’ passato mese e mezzo dall’ultima lettera che ti ho mandato. …..Non ho idea se tu sei interessato a leggere quello che ho da dirti. Comunque ho continuato a scriverti dentro di me. “
Il coltello di cui al titolo ha proprio questa funzione, quello di consentire l’apertura verso l’io nascosto al fine di cogliere pienamente, e nella più totale libertà, l’anima di un altro essere umano.
Non v’è spazio per finzione o paura e lo scrittore, pienamente maturo e forgiato da dure esperienze di vita, con rara maestria giunge, nella parte centrale del libro, ad offrire al lettore lo svolgersi di un rapporto intimo.
Yair a pg. 226 “ Non ti sto chiedendo di venire con me nella Terra del Fuoco, solo di rimanere uniti, il tuo corpo nel mio”.
Certo il finale e cioè l’incontro, dopo tanta intensità di dialoghi scritti o solo immaginati, è banale, lo definirei piatto, un po’ anonimo ma quali ideazioni si tramutano poi in realtà? E del resto sin dall’inizio l’accordo tra i due non prevedeva amplessi amorosi o travolgente passione fisica.
A mio avviso l’opera non è adatta ad una lettura tutta d’un fiato.e per intero, suggerisco delle pause, degli intermezzi così come si fa con i testi poetici. E’ una scrittura che piace alle donne più che agli uomini proprio per la profondità con la quale l’autore procede e per l’analisi che fa del pensiero di lei e di lui con pari attenzione e complessità. Notoriamente l’immaginario maschile è più portato verso il reale ed in effetti a molti uomini il libro è parso stucchevole.
In ogni caso “Che tu sia per me coltello”, secondo le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Grossman ai giornalisti, ha contribuito al nascere di tanti sentimenti, ed è con questo augurio che invito tutti alla lettura anche di pochi brani o di pagine sparse.