Un libro contro le donne? Tolstoj misogino?
Se non fosse stato scritto nel secolo scorso, questo racconto del genio letterario Leone Tolstoj sarebbe la moderna trama di un “femminicidio”, una violenta reazione dettata dalla gelosia che lo scrittore, pienamente consapevole dei perversi giochi di potere che si celano all’interno della coppia, ideò senza portarlo a termine, preferendo trasfondere la rabbia e la frustrazione in un mirabile scritto, che lascia ai lettori di ogni epoca e cultura come eredità morale. Nello scritto dell’autore russo, risalente alla fine dell’800, i tratti moderni ci sono tutti: ritroviamo l’esasperazione dell’uomo dinanzi alla donna, la sostanziale impossibilità della comunicazione tra i sessi, il sorgere dei sospetti, la presunta infedeltà, la seduzione, e di fondo la problematicità di un’istituzione, quella del matrimonio con i suoi mille equivoci. “La sonata a Kreutzer”, è successivo ai capolavori Anna Karenina e Guerra e Pace e segna un periodo di intenso travaglio spirituale dell’autore che culminerà nella redazione del romanzo “Resurrezione”. Ritroviamo un Tolstoj polemico, che usa toni accesi, che svuota il suo essere dalla violenza che lo attanaglia per riversarla sulla carta. E’ tutto questo il cuore del romanzo: è la potenza corruttrice della donna, la sua sensualità, i suoi vestiti, le sue fattezze esposte, i suoi sguardi ammalianti e seducenti che travolgono l’uomo e lo rendono aggressivo sino a fargli perdere la ragione.
“Anche la frenesia ha la sua legge. «Non mentire, schifosa!» gridai io, ma lei si svincolò. Allora io, pur sempre senza lasciar andare il pugnale, con la mano sinistra la afferrai per la gola, la rovesciai supina, e la stavo strangolando. Come era ruvido quel collo. Lei si afferrò con entrambe le mani, strappandosele via dalla gola, ed io, come se non avessi aspettato altro, la colpii con tutta la mia forza al fianco sinistro sotto il costato col pugnale...”
Lo scompartimento di un treno, angusto spazio che non lascia possibilità di fuga, cattura il lettore, e lo avvince facendolo stare con gli occhi sulla pagina, i personaggi che sono seduti accanto al protagonista, pongono interrogativi sul valore dell’amore e del matrimonio e così il protagonista confessa il proprio crimine: l’aver attentato alla vita della moglie. Anche questa, sembrerebbe un’invenzione narrativa contemporanea, il viaggio e la confessione. Il tempo che sul treno si dilata e che rende i viaggiatori disponibili all’ascolto.
Così il “un canuto signore dagli occhi brillanti" inizia ad esporre le proprie teorie sulle donne:
“Dov'è il potere? Ma dappertutto e in tutto. Provate un po' a passare in qualsiasi grande città, per i negozi. Ci sono milioni di rubli, là dentro, non si possono neanche valutare quante fatiche umane vi siano riposte; eppure guardate se in nove su dieci negozi si riesce a trovare un solo oggettino per uso maschile. Tutto il lusso della vita è richiesto e sostenuto dalle donne. Contate tutte le fabbriche.
Una quantità enorme di esse produce ornamenti inutili, carrozze, mobili, giocattoli per le donne. Milioni di persone, generazioni di schiavi consumano la propria esistenza in questo lavoro forzato in fabbrica, per assecondare i capricci delle donne. Ed esse, come tante zarine, mantengono come schiavi e prigionieri di un lavoro gravoso i nove decimi dell'umanità. È perché le hanno umiliate e private dei diritti di parità con l'uomo che loro si vendicano, agendo sulla nostra sensualità e prendendoci nella loro rete. Sì, tutto nasce da questo. Le donne si sono trasformate in un'arma che ha tanta influenza sulla nostra sensualità che un uomo non riesce più a rivolgersi a una donna con animo tranquillo. Non appena le si avvicina, l'uomo cade sotto l'effetto della sua droga e perde la testa. Anche in passato mi sentivo sempre terribilmente a disagio alla vista di una donna agghindata in abito da sera, ma adesso ne ho veramente paura, vedo in lei soltanto qualcosa di pericoloso per la gente, e di illecito. Per cui mi vien voglia di chiamare la polizia, di chiedere aiuto, di esigere che quell'oggetto pericoloso venga allontanato, eliminato.
“Sì, voi ridete!” gridò “ma questo non è affatto uno scherzo. Sono sicuro che arriverà il tempo, forse molto presto, in cui l'umanità comprenderà questo e si meraviglierà che sia potuta esistere una società come la nostra, una società che tollera che la pacifica convivenza sia turbata da comportamenti simili, come ad esempio, quest'adornarsi il corpo all'unico scopo di stimolare la sensualità, come appunto si consente di fare alle donne nella nostra società. Sarebbe come disporre ogni genere di trappole lungo le passeggiate e i sentieri, anzi peggio! Per quale motivo è vietato il gioco d'azzardo e non sono vietate le donne elegantemente vestite da prostitute in modo da provocare la sensualità? Sono mille volte più pericolose!”
E se poi alla sensualità della donna si associa il potere della musica il gioco è fatto: l’uomo delira, vaneggia, perde ogni controllo e maggiormente si adira, anche con sé stesso, allorquando constata che la liaison è stata inconsapevolmente favorita da un proprio ingenuo comportamento.
Sbagliatissimo presentare un amico musicista alla propria donna. E e se i due decidono di suonare assieme? Lei al piano, lui al violino – la “Sonata a Kreutzer” di Beethoven ?
No, no, no e poi no, i duetti musicali evocano demoni e tra tutti il più pericoloso: quello della gelosia! Nel racconto infatti è un’intesa perfetta che s’intreccia nel nome della musica che fa dirompere nel protagonista, il mortifero sospetto del tradimento. .
Un libro contro le donne? Tolstoj misogino? No, non credo, la donna non è neppure descritta come adultera, è una figura di madre che resta sullo sfondo e nessun giudizio, né in forma negativa, neanche in forma positiva, le viene indirizzato dall’autore. L’opera è piuttosto un’invettiva contro il matrimonio e contro la sensualità indotta dalla cultura dell’apparire, così presente e determinante i comportamenti maschili e femminili, anche nella nostra epoca.
Per lo scrittore, quest’opera segna un momento di svolta spirituale e manifesta la progressiva aspirazione a liberarsi dal materialismo. Il testo è audace e, tranne che per l’ambientazione, totalmente privo di filtri. D’altronde, solo uno spirito libero e intensamente creativo poteva esporre, in una società conservatrice, teorie ardite sulla sessualità nel matrimonio.