Dicembre. Cineteatro Metropolitano. Settima edizione del premio Falcomatà.
In prima fila Rosetta Neto, moglie del compianto Italo e presidente dell’Associazione Italo Falcomatà. Accanto, il figlio Giuseppe, attuale sindaco di Reggio.
Sul palco, ad aprire la serata, Nino Malara, consigliere nazionale del DLF. Alle sue spalle le targhe che premieranno i primi tre classificati.
La giuria presieduta da Graziella Saffioti, ha selezionato tre tra tutti i racconti pervenuti e ora scopriremo chi occupa il posto più alto sul podio.
Presentano questa edizione rinnovata Nino Cervettini e Rosanna Palumbo, con una verve lui ed una grazia lei, che pare abbiano fatto sempre questo mestiere.
La serata fluisce serena con gli interventi della sig.ra Rosetta Neto, del Sindaco, di Antonio Calabrò che ci permettono di scoprire la storia del premio Falcomatà, dalla sua nascita nel cuore della sig.ra Neto straziato dal lutto fino al suo compimento, come realizzazione del sogno di Italo Falcomatà di divulgare cultura.
Il premio, che fino alla scorsa edizione si è occupato di poesia, da quest’anno premia lavori di prosa: racconto o romanzo breve. La scelta di passare dalla poesia alla prosa è simpaticamente motivata dal pensiero che la poesia è ormai inflazionata, e la prosa ha bisogno di un nuovo vigore.
La premiazione è a cura del DLF e dell’Associazione culturale L’Amaca, e della Fondazione Falcomatà, ovviamente.
I lavori sul podio sono, rigorosamente in ordine alfabetico:
Isidoro Malvarosa con “Mare calmo localmente morto”, Roberto Modafferi con “Bolle” e Guido Musco con “Quella sera al luna park”
Graziella ci spiega che è stato molto difficile scegliere tra i tre racconti, ed espone le motivazioni che hanno portato alla scelta finale, senza però ancora svelare il nome del vincitore.
Nino Cervettini chiama sul palco Anna Rita Fadda, che interpreta alcuni brani di Valeria Siclari, Antonio Calabrò e Nino Cervettini. Lo scricciolo dell’Amaca, Anna Rita appunto, è la punta di diamante dell’associazione e nella sua interpretazione ci fa sorridere e ci commuove insieme.
E finalmente, vengono invitati sul palco i tre vincitori, e scopriamo che il primo classificato è Isidoro Malvarosa, scrittore reggino trapiantato a Roma, il secondo Guido Musco, insegnante di origini reggine ma che da tempo vive e opera a Trieste e terzo Roberto Modafferi, per il quale ritira il premio il fratello.
Dopo i festeggiamenti e le foto di rito e non, un momento di ristoro e di convivialità nelle sale del DLF, che ci da l’occasione di conoscere meglio gli scrittori, e di conoscerci o riconoscerci anche tra noi.