I GIALLI/5. Il lago d’Aral. Uzbekistan: L’Appalto di Sergio Grea

I GIALLI/5. Il lago d’Aral. Uzbekistan: L’Appalto di Sergio Grea

appalto

Dave Stirling ha bisogno di ricominciare… Avvocato di diritto internazionale ridotto sul lastrico dall’assicurazione che non si decide a risarcirlo (dopo le Torri Gemelle, ndr), non ha davvero più nulla da rischiare. Per questo, quando Vladimir Kroshenko, uno dei più potenti uomini d’affari della nuova Russia, richiede la sua consulenza per una trattativa delicata e complessa non può che accettare. Il magnate vuole assicurarsi la costruzione di alcune dighe sulla parte uzbeka del lago d’Aral; un progetto parte della grande operazione di recupero ecologico in un’area compromessa da decenni di politica economica spregiudicata.
Lago Aral, Uzbekistan. E più avanti, verso nord e costeggiando l’Amu Darya, abbiamo potuto vedere cosa è oggi quello che un tempo era la Via della Seta, e che ora è il cimitero della politica del cotone e della devastazione ecologica… Inoltre, il ritiro delle acque del lago, l’imputridire delle paludi e la crescente salinità del suolo hanno finito con l’uccidere anche la vita animale. Marion ci dice che nell’Aral non ci sono più pesci, e io non ho sentito ancora il canto di un uccello, e neppure ne ho visti in cielo o sui rami degli alberi…” Vedrete cimiteri di navi e i loro scheletri affondati nella sabbia del fondo dell’Aral”.

Il lago salato d’Aral, a volte indicato come Mare d’Aral, aveva un’estensione di 68.000 chilometri quadrati, circa un quarto dell’Italia.
L’utilizzo per le colture intensive delle acque dei due fiumi affluenti ha ridotto del 90% l’estensione del lago. Forse uno dei disastri ambientali più gravi a livello mondiale. A parere di Al Gore il più grave disastro ambientale nella storia dell’umanità. 

Boukara, Uzbekistan. Boukara è ancora il passato. È nei volti larghi e bruniti e nei corpi massicci che dicono che qui sono arrivati Gengis Khan e Tamerlano. È nei mercati che sono ancora quello che sono sempre stati, coloriti centri d’incontro… è nelle vesti che sono come quelle di allora, i lunghi caffetani degli uomini, le tuniche a colori vivaci delle donne e delle ragazze che scendono a coprire pantaloni.

Boukara è la città del khanato, capitale storica, dove vissero per tre anni Matteo e Niccolò Polo (zio e padre di Marco). Insieme a Samarcanda costituivano i perni della Via della Seta. Quella Samarcanda tema tormentato degli anni di piombo nei testi e nella musica di Vecchioni, con il prologo ed il violino di Angelo Branduardi. Ancora Samarcanda con la tomba di Tamerlano, la sua leggenda e la notizia della sua apertura arrivata a Stalin. E poi ancora immagini e suggestioni dalle città carovaniere di congiunzione con l’Asia, entrambe dichiarate dall'UNESCO "Patrimonio dell'umanità".

Tashkent, Uzbekistan. C’è la storia di questa terra nei volti che mi circondano… Sono schiacciato tra l’avanti Cristo e il dopo Cristo. Tra i macedoni di Alessandro Magno e i cinesi di Chang Chien. Tra i tibetani che seguirono i cinesi, e i turchi che scacciarono prima i macedoni e poi i persiani. Tra l’Islam di Maometto e i mongoli di Gengis Khan e Tamerlano. Tra gli Unni venuti dalle grandi steppe e i russi mandati sin quaggiù degli zar di San Pietroburgo. Uomini e donne nati e vissuti nel cuore di un continente inghiottito tra le montagne più alte e i deserti più desolati, e da dove il resto del mondo appare ancora lontano, sbiadito, diverso. Un continente che ha visto la luce della Via della Seta e il buio di guerre fratricide e infinite... Che è vissuto e morto di lotte di religione, di soprusi ed eroismi, di stragi e di aneliti di libertà.

“L’Appalto” è un romanzo scritto da Sergio Grea, manager di altissimo livello nel settore petrolifero. Il romanzo fornisce, nei toni del giallo, un quadro completo della cerniera euroasiatica, con i più grandi problemi presenti: il lago d’Aral prosciugato, la convivenza forzata di differenti culture nello stesso Stato, l’agricoltura intensiva e i pesticidi, le bonifiche, il petrolio, gli oleodotti, i grandi appalti internazionali, la corruzione e le varianti ai progetti. Un quadro completo che a partire dall’Uzbekistan richiama tutti i Paesi dell’asia centrale, che divengono sempre più strategici per i rapporti Europa Asia, con la riapertura della Via della Seta.

 l romanzo ci presenta i temi principali che coinvolgono l’Asia centrale e che non passano nella grande stampa occidentale perché non coinvolgono l’Occidente in guerre terribili come le Afgane da una parte e le Irachene dall’altra. I problemi dei Paesi che stanno sulla faglia tra Oriente ed Occidente divengono ogni giorno di più problemi europei, e questo sia che la stampa occidentale li tratti sia che non li tratti.

I problemi ci vengono presentati con l’occhio attento di chi ha dovuto gestire in prima persona, come coordinatore del mercato petrolifero, le contraddizioni tra realtà avanzate come quelle energetiche e le decisioni di Stati multietnici. L’Autore costruisce il personaggio di Dave Stirling in modo da permettere al lettore di avvicinarsi piano piano a questa realtà, alla sua cultura, alla sua cucina, alla sua storia, alla sua geografia. Il romanzo richiama da lontano Salgari, con le sue pagine anticolonialiste scritte decenni prima della nascita nel ‘68 di una coscienza sociale antimperialista in Europa e nei campus Americani.

Il romanzo ci proietta in uno degli snodi principali della Via della Seta e ci obbliga a ripensare il ruolo del nostro Paese nelle strategie internazionali euroasiatiche: strategie per i corridoi terrestri e per i corridoi marittimi.
Strategie tutte che vedono completamente assenti nelle politiche portuali intercontinentali dello Stato italiano le regioni del sud, assegnando loro solo ruoli ancillari per il Mediterraneo. E questo a dispetto del ruolo cruciale geografico lungo la Via della seta che hanno le regioni del Sud Italia dalla Calabria alla Sicilia alla Puglia alla Campania.
La lettura di questo giallo può avvicinare con un tempo lento e profondo a questo grande universo che sta tra l’Oriente e l’Europa.

*Università di Reggio Calabria