CAMIGLIATELLO. Old Calabria: musei e siti sono una miniera per la nostra regione

CAMIGLIATELLO. Old Calabria: musei e siti sono una miniera per la nostra regione
OldCalabria Quali risultati ha portato la riforma Franceschini? I musei statali calabresi sono pronti a questa nuova sfida?  Come mettere a regime l’offerta turistica? Queste sono le domande a cui si è cercato di rispondere al parco letterario Old Calabria di Camigliatello. Al dibattito erano presenti le principali figure dei musei statali calabresi: Angela Tecce, direttrice del Polo museale Calabria; Carmelo Malacrino, direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC); Gregorio Aversa, direttore dei musei e dei parchi archeologici nazionali di Capo Colonna, Crotone e Scolacium; Mirella Stampa Barracco, presidente della Fondazione Napoli Novantanove – promotrice dell’incontro – e membro del cda del MArRC.

Con la ristrutturazione del Ministero dei beni culturali e turistici, condotta dal ministro Dario Franceschini, si intende scrivere una nuova pagina, più efficiente, per e sulla valorizzazione del sistema museale nazionale. In particolare sono stati istituiti i poli museali su tutte le regioni a statuto ordinario, i quali hanno la funzione di rendere maggiormente fruibile e appetibile l’offerta turistica e divulgativa dei luoghi culturali gestiti dallo Stato. Angela Tecce – prossima a lasciare il Polo museale calabrese per dirigere la Reggia borbonica di Carditello a Napoli – spiega: “La riforma Franceschini intende ricucire il presente e il passato, è un cambiamento radicale. Prima i musei erano pezzi delle soprintendenze, quasi l’ultima ruota del carro; ora li mette al centro, li valorizza come traino dello sviluppo, anche turistico. La gente deve capire l’importanza di questi luoghi: uno dei compiti del Polo è quello di creare con il territorio strategie di miglioramento”.

Tecce cita le collezioni museali di Locri, Monasterace, Vibo, Cosenza e Sibari. Dalle rovine dell’antica Kaulonia gli archeologi, coordinati da Francesco Cuteri, hanno scoperto nel complesso termale ellenistico un esemplare pavimento musivo raffigurante draghi e delfini, che è ora coperto a sua tutela: “Il mosaico sarà ristrutturato e protetto dal mare”, dice ancora Angela Tecce. Piccole e grandi operazioni dovranno, quindi, accompagnare l’indirizzo dato dal ministero.

Gregorio Aversa tramite le slides mostra alcune azioni compiute dall’inizio della sua esperienza da responsabile e considera il parco di Scolacium, in provincia di Catanzaro, un modello per condizioni spaziali e logistiche. Il Museo archeologico nazionale di Crotone, spiega Aversa, “ha ricevuto oltre 5mila visitatori da giugno 2016 ad oggi; c’è l’idea di creare un biglietto unico ridotto per visitare i musei, poco distanti tra di loro, di Crotone e Capo Colonna”. Inoltre l’iniziativa promossa dal ministro Franceschini, Domenica al Museo (la prima domenica di ogni mese ingresso gratuito nei musei del Mibact), sta ottenendo ottimi riscontri anche nei musei statali calabresi. Ma è a Reggio Calabria la modifica più importante della riforma: il museo archeologico ora è diventato autonomo, vive anche dei propri introiti. Il direttore Carmelo Malacrino, catanzarese d’origine, ha puntato fin dal suo arrivo su accoglienza, efficienza, sicurezza. E ancora su immagine e comunicazione: un nuovo nome, MArRC, e un logo che raffigura un ricciolo della barba del Bronzo A. “Il traguardo è che il museo non sia solo della Calabria ma dell’intera Magna Grecia”, dice Carmelo Malacrino prendendo come esempio le antiche monete del territorio magnogreco che sono raffigurate all’esterno della struttura progettata da Marcello Piacentini. “L’obiettivo è che la comunità calabrese si riconosca nei musei e sia orgogliosa delle proprie radici e della propria identità”, conclude Malacrino.

Se i risultati sono quelli ottenuti dal Museo di Reggio Calabria, con le file di ore ed ore di questi giorni per poter entrare nella struttura, c’è da ben sperare per tutto il patrimonio artistico e culturale calabrese.