(Riveviamo e pubblichiamo)
La sempre più bizantineggiante politica reggina, a tutti i livelli, non finisce di stupire, sconvolgendo, con agghiacciante freddezza, lo sconcertante, quanto opprimente e soffocante panorama che la delimita, fino alla perdita della sensibilità e del razionale orientamento. E così, mentre Giuseppe Falcomatà, arranca al terz’ultimo posto fra i sindaci nazionali, inesorabilmente condannato – imputet sibi – alla disfatta, irrompe tumultuosamente il disorientato centrodestra che lo ricovera amorevolmente in rianimazione politica. Il cui primario resta l’ormai immortale parlamentare forzista, offrendo, al pur sbaragliato sindaco, un’alba di insperato recupero e riscatto.
Infatti, prima il centrodestra, per mesi, si è trastullato facendo circolare nomi di candidati alla carica di sindaco, decisamente incompatibili con il dramma che attanaglia la città, eludendo sconsideratamente il benché minimo accenno a qualsivoglia programma, pianificazione operativa; poi, subisce, senza alcun sussulto d’orgoglio, silentemente la colonizzazione a favore della Lega, nella cui ottica va sottolineato il ruolo del deputato in carica (destituito oppure strategicamente desistente, visto che è stato eletto a Gioia Tauro?), per approdare, a qualche settimana dal voto, intempestivamente, ad una interpartitica, quanto mai formale, che avrebbe dovuto precedere e non seguire l’irresponsabile “appalto” della città al movimento leghista. Il cui leader nazionale, repetita iuvant, ha ripetutamente invocato l’ausilio dell’Etna e del Vesuvio per risolvere il gravissimo problema dei sempre emarginati meridionali.
E così, Salvini et similia, protesi all’avventurosa conquista del Sud d’Italia, con impareggiabile abilità rilanciano sia l’ormai decotto De Luca in Campania, che il boccheggiante e moribondo Falcomatà, dopo aver, cinicamente, ridimensionato a Reggio l’organico leghista, bandendo Michele Gullace, ormai in proprio, e due agguerritissimi candidati alla regione, quali Beniamino Scarfone e Michele Marcianò. Forse perché troppo forti elettoralmente? Emerge un centrodestra smarrito, attonito e sgomento, al cui interno si annida, come una inquieta scintilla, l’inevitabile conflitto fra i poli della viltà e dell’irresponsabile ardimento leghista, dominati da un chiassoso, impotente silenzio! Cui si contrappone la ribellione civica di ampiezza cosmica, che non può che fiduciosamente ancorarsi al coraggioso Dott. Edoardo Lamberti, che con composta dignità e competenza, si pone all’incondizionato, doveroso servizio alla collettività reggina, con un proprio, grintoso e bellicoso schieramento elettorale civico. Affrancato da qualsivoglia configurazione di servile sudditanza, abituato ad operare sempre e comunque con la schiena dritta!
*già presidente del Consiglio comunale di Reggio.