L'ANALISI. L’affossamento del Porcellum e il terremoto della politica in Calabria

L'ANALISI. L’affossamento del Porcellum e il terremoto della politica in Calabria

Porcellum ko      di ALDO VARANO - Cambia la storia politica della Calabria e del suo ceto di potere. Non per merito dei partiti o rispetto verso i calabresi elettori. Ma per la sberla micidiale e umiliante della Consulta che ha terremoto il sistema dichiarando incostituzionali il premio di maggioranza e le liste bloccate. Clamorose le conseguenze. Non sarà più possibile un blitz con (relativamente) pochi voti per conquistare la maggioranza assoluta di Camera e Senato diventando arbitri di

Parlamento, Governo ed elezione del presidente della Repubblica; inoltre salta la “nomina” parlamentare, per essere eletti bisognerà essere scelti dagli elettori e quindi trovare i voti di preferenza o prenderne un bel po’ in un collegio uninominale (che difficilmente sarà a turno unico). Tra l’altro la Consulta, dichiarando che il cittadino deve scegliere l’eletto, sembra demolire anche la parte del Mattarellum dove si veniva, per il 25%, nominati: il rifugio di una élite molto potente.

All’improvviso, mentre in Calabria infuriava la corsa verso Renzi, anche nella speranza di accaparrarsi un bel posto nel suo cuore e conquistare il titolo di “nominati” alla Camera o al Senato, la Consulta ha fatto saltare il tavolo. Situazione identica a destra dove si consumava lo scatto calabrese verso Berlusconi buttando a mare Scopelliti che pure passa per uno che qualche voto lo ha. Neanche a destra amare senza alcun pudore il Cavaliere e vestirsi col doppio petto azzurro servirà un granché. E’ vero che Renzi e Berlusconi decideranno i candidati e che questa è condizione per essere eletti. Ma senza voti e senza provvidenziali premi di maggioranza, che magari scattano grazie a territori lontanissimi dalla Calabria, sarà tutto inutile. Molti dovranno farci una croce sopra: Renzi e Berlusconi non saranno tanto matti da imporre candidati deboli che sconfitti trascinerebbero anche i due leader verso il disastro.

Sembra una questione di tecnica. Ma non è così. Mentre prima si doveva eccellere nel servilismo e nella tendenza all’obbedienza “senza se e senza ma” rispetto alle indicazioni e ai capricci dei capi, ora il quadro s’è rovesciato: più sei prono a Roma anziché a Reggio, Vibo o Cosenza per accumulare consenso, più puoi dire addio ai sogni di potere e benefit annessi.

Diventerà impossibile eleggere Scilipoti in Calabria. Dovranno faticare Galati, la Santelli e Mancini dopo così lunghe rendite di posizione. Anche la Bindi farà fatica a tornare a Roma dalla Calabria e con lei D’Attorre o l’on. Nico Stumpo che, pur essendo crotonese doc, ha costruito la sua storia politica nella Capitale.

Un altro possibile terremoto, che potrà modificare in modo consistente l’intero scenario politico calabrese, è rappresentato dal destino del voto grillino che in Calabria ha conosciuto un grande exploit. Sarà un verifica dura quella che dovrà stabilire se senatori e deputati dei cittadini che indossano la maglietta del comico genovese riusciranno a costruire liste anonime che prenderanno la montagna di voti garantita, come in passato, dalla spersonalizzazione delle candidature. Sarà importante capire se quel voto resterà aggregato o come si redistribuirà.

In ogni caso e comunque andrà a finire, si cambia e già in queste ore si spezzano carriere e nascono speranze e/o illusioni mentre cresce rea i parlamentari calabresi di far durare la legislatura il più a lungo possibile. A guardarla dal loro punto di vista più si dura meglio è.