L’ANALISI. Il processo Fallara. SCOPELLITI, l'assoluzione, la condanna

L’ANALISI. Il processo Fallara. SCOPELLITI, l'assoluzione, la condanna

 scopelliti santelli     di ALDO VARANO - Entro pochi giorni si saprà se Scopelliti è stato assolto o condannato nel processo Fallara. Difficile fare previsioni. Sul processo s’è caricato uno scontro mediatico tra innocentisti e colpevolisti che ha trasmesso all’opinione pubblica suggestioni al di là delle carte, dei fatti, della verità processuale che, per definizione, non coincide necessariamente e, per alcuni, è sempre lontana dai fatti reali. Gli stessi segnali del processo sono di difficile interpretazione. La richiesta di una condanna di 5 anni è sembrata a molti esperti esagerata, come a mettere la mani avanti: questa è la nostra opinione poi la Corte…

Scopelliti, che pure aveva sempre lanciato messaggi di serenità come chi affronta un atto dovuto che gli restituirà per intero l’onore, ha avuto nei giorni scorsi un indecifrabile cedimento ipotizzando il timore (certo, remoto) di dover mollare prima di quando lui vorrebbe. Un trucco in attesa del rinculo dell’assoluzione o una debolezza da stress e tensione? Di contro, la decisione di D’Ascola di non prendere la parola al processo ma di presentare una memoria scritta suggerisce l’ipotesi che lui sia convinto dell’assoluzione del suo cliente e che voglia mettere nero su bianco i punti giuridici e processuali dell’assoluzione come tanti insuperabili macigni contro chi volesse fare scherzi o non capire: insomma nessun eloquio per suggestionare e convincere, ma riferimenti, leggi, sentenze precedenti e via dicendo.

Prevedere l’assoluzione o la condanna è quindi difficile. Più chiaro è invece l’orientamento dei partiti e del potere rispetto a un fatto che quale che sia la decisione del Tribunale di Reggio modificherà radicalmente la scena politica calabrese.

Il Pd di Magorno, che pure è apparso spesso opaco forse condizionato da una vittoria striminzita, ha reagito con lucidità svuotando i rischi politici dell’assoluzione. Magorno ha detto e ripetuto che del processo non gliene frega niente, che Pd e Csx Scopelliti lo vogliono battere politicamente, che lo stanno già vincendo e che, assoluzione o condanna, deve andarsene non per una questione morale ma perché ha portato la Regione al disastro. Le cose non stanno esattamente così. Difficile immaginare che il Csx non gradirebbe una soluzione definitiva con una bella condanna che gli tolga dai piedi Scopelliti. Ma la posizione di Magorno è perfetta. Perfino la stravagante idea che Scopelliti si potesse dimettere impaurito dalle firme raccolte dal Pd o dalle (improbabili) dimissioni dei consiglieri di quel partito (ipotesi in sé ridicole), appare mossa di grande intuito se collocate all’interno di una strategia che mentre si difende dal rinculo di una eventuale assoluzione non rinuncia a trarre vantaggio da una possibile condanna.

Più complicato il quadro nel cdx e, soprattutto, in Forza Italia. Le speranze di una condanna a Scopelliti sono qui perfino molto più larghe di quelle del csx (eccezion fatta per l’area del radicalismo e del populismo), ma la necessità di agire con prudenza per non venire poi stritolati e cancellati dai contraccolpi di una eventuale assoluzione costringono l’area di cdx (interna e esterna al Ncd) a contorsioni complesse come quelle che hanno accompagnato il caso L’Ora-Gentile. C’è un punto però che accomuna tutta la destra, amica e nemica del Governatore. Se verrà azzoppato, è il ragionamento, non prenderà solo una botta ma potrebbe chiudere, nella prospettiva, la carriera politica. Impietoso il retropensiero: la giustizia non c’entra nulla, ma se il Governatore si allontana dalla gestione del bilancio regionale, che è lo strumento vero e imbattibile del potere, non potrà più offrire niente ai suoi sostenitori. La scappatoia delle Europee è una surrogato incerto. Tra essere candidati ed eletti c’è differenza. Mentre non è chiaro perché e in cambio di cosa, se dovesse venire condannato, riuscirà a farsi votare da chi non lo ama (e non sono pochi). E c’è un punto su cui si riflette e per ora tenuto nascosto. I voti li “controllano” i consiglieri regionali. Ma se è certo che la sospensione di Scopelliti non scioglie il Consiglio regionale, non è altrettanto certo che la sua elezione al Parlamento europeo non lo costringa a dimettersi dal Consiglio e a mandare a casa tutti i consiglieri. E’ una carta che sarà giocata se venisse condannato per insinuare nella testa di chi ha i voti: perché eleggerlo se in cambio noi ce ne andiamo a casa con probabilità (consiglio a 30) di non entrare mai più a Palazzo Campanella?

Scopelliti lontano da Reggio (e dal bilancio comunale), e da Catanzaro (e dal bilancio regionale), in Europa o addirittura a Roma a curare i circoli del Ncd perderebbe rapidamente peso. Molto. Anzi, moltissimo come raccontano le storie (senza eccezione) di chi in Calabria è stato potente e poi non lo è statu più. Ma la politica non è mai previsione o tirare a indovinare. E’ analisi del momento in cui si fa. Poi ci sono i colpi di scena, le vicende che cambiano tutto all’improvviso.

L’insieme di questi fattori spiega il posizionamento della Santelli che, forse senza neanche averlo pensato, si è ritrovata – suo malgrado (?) - al centro di una straordinaria occasione pur essendo segretaria di una Fi che se il governo Renzi-Alfano dovesse decollare e durare è destinata a scomparire con il berlusconismo.

Solidale e sicura, in pubblico, che non lo condanneranno compie gesti che sembrano dare per scontato il contrario. Fi era lanciatissima contro il Governatore con la richiesta di una modifica sostanziale degli equilibri di potere nella giunta e in Calabria. Invece la “passionaria nera” (per l’azzurro niente passioni: assegnate in esclusiva da Stendhal al rosso e al nero) dopo un luccichìo di lagrime e sangue, s’è improvvisamente calmata facendo sapere che Fi riflette solo sui problemi. Nessun cambio di giunta e sguardo fiducioso all’avvenire per tornare a vincere alla Regione. E’ malizioso il sospetto che sia certa e/o tifi per la condanna? Intanto, scansa una trattativa urticante con ferite inutili e il rischio di rompere antichi sodalizi. Aspetta che il problema lo risolvano altrove, a Reggio. Per di più tanta dolcezza e comprensione la fa scattare in alto nella considerazione del Ncd se, condannato Scopelliti, vi fossero difficoltà (che ci sono) a trovare un nuovo candidato/a Governatore/a.

Ma se Scopelliti dovesse uscire assolto non sarà semplicemente assolto. Anche in questo caso le cose cambieranno parecchio nel Cdx. Avrà un rilancio di straordinario, un riconoscimento etico alto. E c’è da scommettere che se lo giocherà per un suo radicale rafforzamento, in Calabria e a Roma. E in Calabria il rafforzamento nel cdx avrà un’unica direzione: niente prigionieri, piallare tutti quelli che potrebbero fare ombra o rallentare i progetti.