CALABRIA. La crisi del Cdx e la partita delle regionali. VARANO

CALABRIA. La crisi del Cdx e la partita delle regionali. VARANO

r o f bdi ALDO VARANO - UNO. E’ quasi impossibile raccontare tutte le fratture che attraversano oggi il potentissimo ex Cdx che ha governato la Calabria quando Scopelliti teneva tutti uniti nel suo pugno.

 

Possibile che dopo aver filato d’amore e d’accordo uomini e partiti si ritrovino ora in perenne rissa? Era scadente la loro qualità umana? Ovviamente, non è così. Quelli del Cdx, dal punto di vista umano, sono come tutti gli altri. Di diverso, di drammaticamente diverso per loro, c’è il contesto che li spinge verso gesti che non avrebbero mai immaginato un anno fa.

DUE. Per capire tutto della Calabria bisogna guardare a Roma. Come sempre. La luce che illumina impietosamente il grande caos calabrese è lo sfarinamento del Cdx nazionale. Per l’esattezza: la crisi irreversibile del berlusconismo e del Cdx inventato e costruito da Berlusconi. Se non si tiene conto di questo non si riesce a capire nulla. B è un politico finito perché alle ultime elezioni ha guidato una coalizione che ha perso 12 mln di voti; 8 il suo partito da solo, il Pdl. Non esistono casi di leader tornati potenti dopo una batosta così.

Di diverso dagli altri c’è che B pur essendo un leader finito ha una ricchezza sterminata. Anziché passare subito nel dimenticatoio degli sconfitti resta in campo coi suoi giornali, televisioni, affari. Ma al potere non tornerà più: neanche in Italia si può andare contro 12 mln di cittadini.

TRE. I notabili calabresi del Cdx sono consapevoli del quadro, tranne rare eccezioni e/o straordinari illusi. Sanno che gli spazi si sono contratti, che in maggioranza non avranno mai più i benefici nei quali (spesso senza meritarlo) hanno nuotato. La competizione per i posti residui è feroce. Una parte calcola che non ce la farà comunque a restare tra i sopravvissuti e nuota verso altre navi come accade ogni volta che un regime affonda. Insomma, se si tiene presente Roma, in Calabria diventa tutto chiaro e ogni singola rissa trova la decifrazione giusta.

QUATTRO. Ci si potrebbe qui fermare in attesa di altri processi politici. Ma è invece importante tentare di capire quali conseguenze potrebbe avere la crisi del Cdx sull’intero sistema politico calabrese che è ancora formato soprattutto dai due schieramenti tradizionali di Cdx e Csx, oltre che dall’irrisolta novità del M5S.

Il Csx italiano e calabrese, e in particolare il Pd, pur privo di autorevolezza e prestigio autonomi, consumati dalla sua storia recente, vengono straordinariamente favoriti dal disgregarsi dell’avversario. Ma la crisi del Cdx non significa la sua scomparsa, come non sparì quando sinistra e Csx si illusero di questo per poi ritrovarsi messi ai margini da B che riuscì a ricomporre l’area moderata italiana che è ampia (e che in Calabria ha sempre avuto una grande riserva). Insomma, il vantaggio è a tempo. E’ possibile approfittare di una contingenza (la debolezza degli altri invece della propria forza) per dar vita a processi destinati a modificare in profondità la struttura della Calabria e quindi la storia del suo futuro?

CINQUE. In Italia pare sia questa la scommessa che si sta giocando Matteo Renzi mentre il Cdx è ko. In Calabria Oliverio si trova davanti a una sfida e a un’occasione simili che per un lungo periodo saranno irripetibili. E’ capitata a lui questa occasione. Non può scansarla: sarà giudicato da come la utilizzerà. Ecco perché appare modesto il dibattito che si sta svolgendo in Calabria, sui giornali e tra i partiti, concentrato com’è sulle alleanze nel senso (riconosciamolo onestamente) non della coerenza tra contenuti e progetto da coniugare con le qualità e la collocazione sociale delle forze con cui allearsi ma ridotto alla miseria di chi debba entrare e chi no nell’area del potere della giunta regionale.

Serve invece spezzare la continuità del ceto politico tradizionale attraverso scelte sociali capaci di far crescere una Calabria produttiva e, insieme, indebolire rapidamente quella parassitaria che è ancora grandissima parte della nostra terra e che l’attuale ceto politico ha rappresentato. Non potrà farlo Oliverio con chi ha governato fin qui. Ma non lo potrà fare neanche (e questo è il punto più delicato che viene accuratamente nascosto perché carico di contraddizioni e conflitti) con chi contro quelli che hanno governato ha schierato un’opposizione debole, priva di strategia e di voglia di rinnovamento, adagiata nei vantaggi che anche l’opposizione ha offerto in Calabria.

Se non si affronta con questa ampiezza la questione non si arriva da nessuna parte. Oliverio che alle primarie s’è imposto contro il Cdx e gran parte del Csx e dell’anomalo renzismo calabrese non può non saperlo. Ecco perché la Calabria aspetta da lui segni nuovi, alti, immediati. Che nessuno si rimetta ancora nella condizione che mentre Segunto brucia a Roma si discute.