M5S, caso Rombolà e la barbarie del pregiudizio (la solidarietà di zoom) VARANO

M5S, caso Rombolà e la barbarie del pregiudizio (la solidarietà di zoom) VARANO

frrb        di ALDO VARANO - L’ufficio stampa del candidato Governatore del M5s, Cono Caltelmi, ha diffuso un comunicato intitolandolo: “Calabria, per esempio morale M5S ritira una candidatura alle regionali”.

Si racconta che Fernanda Rombolà (una delle militanti del M5S più impegnate contro lo sbarco delle armi chimiche al porto di Gioia), è stata cacciata dalla lista del M5s (dove era stata eletta col meccanismo web del M5s), pur essendo un’attivista “specchiata e coraggiosa”. Espulsa con l’obiettivo di “dare un esempio concreto di come prevenire possibili mire della ‘ndrangheta sulle elezioni regionali in Calabria”. Si può dare un esempio dando in pasto la vita di una persona che non c’entra nulla, la sua dignità, i suoi familiari e amici, calpestando il decoro costruito in un’intera esistenza?

La Rombolà, questo c’è alla base del suo allontanamento, frequentando ambienti in cui bazzicavano amici e simpatizzanti del M5s, avrebbe e si sarebbe incrociata con il consigliere comunale di San Ferdinando Giovanni Pantano eletto in una lista civica e poi diventato simpatizzante del M5s che nei giorni scorsi è finito in galera nell’ambito di un’inchiesta di mafia. Pantano è colpevole? Forse sì, forse no; lo diranno i giudici. Avere conosciuto Pantano costituisce prova di una disponibilità a farsi infiltrare, in futuro, dalla ‘ndrangheta?

Insomma, la Rombolà, a quanto si capisce e a quanto ci viene spiegato dal M5s, viene cancellata dalla lista per essere stata così imprevidente e sprovveduta da aver frequentato ambienti pentastellati. Un paradosso che curiosamente non viene colto dalla dichiarazione di Cantelmi. Se invece “specchiata e coraggiosa” sono una momentanea copertura e il M5S sa che la signora Rombolà è coinvolta in giro poco raccomandabile, informi anche noi che non la conosciamo: tutti i partiti possono fare errori candidando una persona sbagliata.

Chi ha un briciolo d’esperienza in fatto di media e comunicazione sa una cosa: Fernanda Rombolà per il resto della sua vita (o quasi) sarà accompagnata dall’ignobile fama di essere stata allontanata come un’appestata da una lista elettorale per impedire che quella lista potesse in qualche modo venire contaminata dai clan. Hai voglia a ripagarla con un fragile “specchiata e coraggiosa”. Sarà per sempre inseguita dal fatto reale: punita per il sospetto che le è stato scaraventato addosso in modo (mi baso sulle informazioni del M5S) assolutamente gratuito e feroce: poter essere il cavallo di Troia delle cosche. Tutto il resto, compreso “specchiata e coraggiosa” è chiacchiera. Di lei si dirà: “Quella tolta dalla lista del M5s per la mafia”. Questa sarà la conseguenza del gesto che è stato consumato. Se Cono Cantelmi non se ne è reso conto è anche peggio.

Aveva il diritto di farlo?

Dietro una iniziativa così clamorosa, sia pure assestando una ferità terribile alla dignità di una persona, c’è il calcolo cinico che si può raggranellare qualche manciata di voti in più negli ambienti più fanatizzati del pregiudizio anticalabrese che circola ampiamente anche in Calabria? Noi speriamo di no. Abbiamo difficoltà a crederlo. Ma ci auguriamo che se il M5s dovesse prendere una valanga di voti li prenda tutti per motivi radicalmente estranei a un gesto che è di barbarie e offensivo per la dignità delle persone.

C’è poi una questione che va oltre il M5s. La Rombolà viene punita, stringi stringi, perché è calabrese e quindi inaffidabile essendo tutti i calabresi sospettabili. E', come tutti noi, figlia di una vil razza dannata. Siamo alla conseguenza delle tossine seminate nella nostra regione non (solo) dal pregiudizio leghista e nordista ma dagli stessi calabresi. E i calabresi devono capire che se non s’inverte il meccanismo diventerà perfino impossibile liberarci e combattere adeguatamente un fenomeno tanto devastante e invasivo come la ‘ndrangheta. Per questo serve che i giornali, la politica, la cultura prendano nettamente le distanze da questa deriva.