di ALDO VARANO - Chi farà l’opposizione nel Consiglio regionale della Calabria? Tocca
ai consiglieri dei partiti di opposizione che la fanno con l’occhio a strategie e interessi dei rispettivi partiti nazionali e regionali. Ma i consiglieri di opposizione della Calabria chi avranno alle spalle? E’ infatti evidente che è in atto uno spappolamento delle forze politiche di opposizione che coinvolge sia quelli che sono riusciti a entrare in consiglio sia quelli restati fuori: sia FI che il M5S.
Negano tutti. Ma la realtà politica italiana, rispetto a quando si sono decise le candidature in Calabria, è cambiata in profondità per i partiti di opposizione. E’ così in tutta Italia ma qui lo è di più perché mentre altrove si teme il disastro qui s’è già consumato col voto. Non c’è più Fi come l’abbiamo conosciuta. Né il M5S. I dirigenti di quei partiti sono allo sbando. Le loro dichiarazioni, tradotte dal politichese, tradiscono ondate di panico. Sanno di essere a fine carriera e che solo qualcuno si salverà (forse) negli interstizi della lungaggine dei processi storici strappando un altro giro di giostra (non ci sono ancora fascisti, comunisti, gollisti, thatcheriani, e perfino borbonici con piccole rendite di posizione?) Ma il grosso sa che è finita. Quali saranno i riferimenti degli eletti in Consiglio dalle opposizioni? Ncd con la speranza (un quadruplo salto mortale) di farcela?
Oliverio verrà decisamente svantaggiato dall’assenza di un’opposizione vera che rischia di essere surrogata, creando un’anomalia distorcente, dalle organizzazioni sociali e dai sindacati. I sindacati hanno diritto di essere a favore o contro per difendere i propri interessi, di organizzare iniziative e scioperi per opporsi o sostenere. Ma se sparisce l’opposizione politica s’innesca un’alterazione che alla fine pagherebbero tutti, sindacati compresi, perché verrebbe meno l’orizzonte politico che è, per definizione, l’orizzonte dell’interesse generale.
Già il picco astensionista ha mostrato una Calabria disperata che sta spezzando il suo rapporto con la politica e la democrazia. Se si dovesse sommare l’assenza di una opposizione politica credibile in Consiglio sarebbe una cattiva notizia per la regione e il nuovo Governatore che ha diritto a confrontarsi con chi si oppone a lui e deve controllarlo da una postazione istituzionale. Uno scenario che dovrebbe inquietare i democratici.
Ma il rischio forse ha già iniziato ad operare. Mi domando: i consiglieri eletti per Fi, sia pure sotto sigle diverse, rappresenteranno chi e che cosa se quel partito è in dissolvenza? E se finita la dissolvenza resterà sul campo una realtà che difficilmente i seguaci calabresi eletti di FI potrebbero accettare? Si immagina che lavoreranno con la serietà e l’ardore necessari a una buona opposizione per mietere successi rafforzando quindi la leadership di Matteo Salvini, uomo forte della Lega e delle camicie verdi?
La Santelli, se dovesse riuscire a resistere all’assalto di Galati che sembra volere il suo posto, verrà sostenuta dai consiglieri mentre consegna (ammesso sia disponibile) il Sud del Sud a chi del Sud è per vanterìa nemico? La situazione è questa: o chi dirige Fi in Calabria si contrappone a Berlusconi che sceglie Salvini a difesa del suo patrimonio anziché di Fi, o i consiglieri regionali difficilmente seguirebbero ubbidienti come le salmerie. Lo stesso scontro per strappare la segreteria alla Santelli per intestarla ad altri (Galati? Occhiuto? Mancini il Giovane, qualcuno di Reggio?) sembra alludere più che alla costruzione di un’alternativa a Oliverio, alla conquista di una postazione che sarà decisiva per scegliere i capilista blindati, cioè “nominati”, alle prossime elezioni politiche nelle tre circoscrizioni in Calabria.
Né c’è la speranza che in qualche modo il M5S possa, da fuori, affermarsi come opposizione politica. Grillo passerà alla storia come un comico che continua a far ridere i posteri per un bel po’. Gli storici diranno che ha vinto per due volte al Superenalotto e per due volte invece di incassare ha bruciato i biglietti per riscaldarsi le dita. E sorrideranno. Con buona pace per le piazzate che i misteriosi nominatissimi parlamentari del M5s continuano a fare insultandosi per rimuovere la paura del loro tramonto.