di ALDO VARANO -
UNO. Il rinvio dell’assemblea regionale del Pd non è un rinvio qualsiasi. L’Assemblea era stata convocata con l’obiettivo di dare forza a tutte le scelte fin qui fatte. Per riuscirci sarebbe stato necessario l’accordo di tutto il Pd calabrese e, soprattutto, un comune sentire tra gruppo dirigente Pd della Calabria e dirigenti romani. Entro il 6 non si sarebbe fatto in tempo a costruire questo sbocco. Il rinvio, quindi, evita un clamoroso autogol. Ma se queste valutazioni sono corrette il rinvio dimostra che al momento nel Pd calabrese, o tra i calabresi e Roma, non c’è sintonia.
DUE. Oliverio ha fin qui fatto miracoli. Ha costruito con lungimiranza, e anche con sapiente spregiudicatezza, un rapporto solidissimo con Roma a cui ha “regalato” alcune operazioni politiche che hanno aiutato la strategia renziana. Ha impedito una rottura tra Renzi e Alfano (Gentile, vicepresidente); ha risolto al premier un nodo importante caricandosi sulle spalle, per intero e da solo, la vicenda Lanzetta. Il Ncd calabrese ha lavorato alla rottura con Berlusconi a favore di Mattarella. In Calabria, dove spesso l’analisi politica si chiude tra il Pollino e lo Stretto, è difficile capire l’accumulo di credito del Governatore a Roma. Oliverio l’ha fatto “pro domo sua”? Oliverio sarebbe uno sprovveduto se puntasse a farsi una corrente potendo controllare tutto il Pd. E sprovveduto non è. Solo un provincialismo e un regionalismo fatti di retorica e niente possono ignorare il valore strategico per l’intera Calabria che viene dal rafforzarsi del legame tra Roma e Catanzaro, capitale di una regione che da sola non può farcela. E solo chi è digiuno di politica può scambiare questo sforzo a favore della collettività calabrese per inciucio.
TRE. Ma la vicenda De Gaetano e il caso Lanzetta rischiano ora di creare danni. Non ad Oliverio, ma alla Calabria. E’ giusto o ingiusto che sia così? Io credo sia ingiusto. Sono anni - purtroppo - che la pancia della Calabria (non solo, né soprattutto, i nostri nemici) ha costruito questo clima. Ma so ancor meglio che in politica rispetto a quel che è giusto prevale, deve prevalere, ciò che è necessario alla tutela della maggioranza dei calabresi. Alla Calabria serve smontare le contraddizioni che la indeboliscono rispetto al resto del paese e nel rapporto coi centri di comando con cui dobbiamo avere una interlocuzione che non defletta mai dagli interessi collettivi.
QUATTRO. Il rinvio dell’Assemblea regionale ha alle spalle questo travaglio. Qualcuno pensa che verrà qualcuno da Roma per dire a nome di Renzi che Delrio, che ha di fatto posto un’ipoteca su De Gaetano, va smentito? Non si può escludere nulla. Ma una lettura tecnica e professionale dell’Ansa che ha riaperto il caso De Gaetano legittima l’ipotesi che palazzo Chigi fosse informato dell’iniziativa, che potrebbe addirittura essere scattata per disinnescare altre imbarazzanti (e ingiuste) prese di posizione. Ripeto, tutto è possibile, ma è sotto gli occhi di tutti che Delrio ha un ruolo crescente nel costruire e affermare il cuore della strategia di Renzi. Il premier manderà qualcuno in Calabria per dare una botta a Delrio? Chi mastica un po’ di politica, non può che avere dubbi.
CINQUE. Oliverio governerà per (almeno) cinque anni la Calabria. E’ una decisione solenne presa liberamente dagli elettori. La sua autonomia non è in discussione. Ha più certezze lui di essere ancora lì tra cinque anni di qualsiasi altro politico italiano (Renzi compreso e solo Mattarella escluso). Il problema è come Oliverio vorrà utilizzare il suo autonomo potere. Non ha un compito facile. Deve inventarsi qualcosa che vada oltre l’orgoglio e l’autonomia per sciogliere i nodi De Gaetano e Lanzetta. Deve farlo con rispetto per gli aspetti umani, ma soprattutto dovrà tutelare gli interessi della maggioranza dei calabresi, assumendosi la responsabilità di decidere quali sono. Non sarà facile. Azzererà il troncone di giunta approntato momentaneamente in attesa della riforma dello Statuto, magari tra 60 giorni approfittando delle modifiche approvate? E’ un’ipotesi. Il 20, se in quella data si terrà l’Assemblea regionale Pd e non verrà di nuovo rinviata, capiremo meglio e sarà possibile perfino qualche congettura sul segno della legislatura.
P.S. Non ho mai scritto sul caso De Gaetano perché è alto il rischio di equivoci tra questione etica e politica. Io non credo che sospetti e dicerie possano limitare i diritti attivi e passivi dei cittadini. Credo anche che gli assessori (perché altrimenti anche tutti esterni come ha chiesto Oliverio?) debbano esprimere il massimo possibile delle capacità esistenti tra i due milioni di calabresi (e non solo) senza bilancini né guardando in faccia i problemi dei singoli. Ma prima di tutto questo non condivido il limite di due legislature per gli eletti, per cui se avessimo Giolitti, De Gasperi o Berlinguer li dovremmo usare a termine. Trovo poi ridicolo che, stabilito quell’assurdo limite, si decida, con un passaggio incomprensibile, di usare i non candidati in giunte o governi. Lo so, sono le irrazionalità di partiti impotenti e incapaci di decidere. Ma ho un’obiezione politica e culturale all’ingresso di consiglieri regionali o parlamentari non ricandidati in giunta o nel Governo.