di RICCARDO TRIPEPI -
La vicenda Platì sta dominando il dibattito interno al Pd calabrese dopo le iniziative di Magorno e company. Il segretario regionale ha inviato una lettera a tutti i segretari di circolo per spiegare loro la prossima iniziativa del 2 giugno e chiedendo la massima partecipazione. Nel giorno della Festa della Repubblica, proprio a Platì, i democrat hanno deciso di tenere l’assemblea regionale per dare un segnale alla cittadinanza. In quel momento saranno anche noti i risultati elettorali che il centrosinistra spera favorevoli sia a livello calabrese che nelle altre Regioni chiamate al voto. Magorno, dunque, tenta di dare una dimostrazione di forza e compattezza che, però, sembra assai lontana nel Pd a queste latitudini.
Anche sulla vicenda di Platì, e in particolare sulla questione relativa alla mancata apertura del circolo, sono riaffiorati incomprensioni fra le varie correnti del partito, con il segretario provinciale Sebi Romeo finito sul banco dei responsabili. Per non parlare poi delle diversità di vedute sulla questione che sono emerse lungo l’asse Roma-Calabria.
In ogni caso, ultimata la sbornia democratica e archiviato il successo elettorale, la strana coppia formata da Oliverio il bersaniano e Magorno il renziano dovrà fare i conti con una serie di questioni di evidente rilevanza. La prima è quella relativa al completamento della giunta. I ritardi del governatore in materia sono ormai diventati oggetto di sberleffi anche in Parlamento e c’è il forte rischio che possano diventare ancora più eclatanti se il centrodestra dovesse davvero presentare il referendum sulla riforma dello Statuto. In ogni caso il governatore dovrà ben scegliere gli uomini con i quali occupare le rimanenti quattro caselle che rimangono sguarnite a palazzo Alemanni. Procedere come ha fatto fino ad ora gli ha procurato soltanto guai. E’ emerso palese il complicarsi dei rapporti tra il governo nazionale e quello calabrese sia sulla vicenda relativa alla nomina del Commissario della sanità che su quella che ha riguardato l’Autorità portuale di Gioia Tauro. Con Graziano Delrio ancora plenipotenziario sui fondi comunitari, si rischia che anche in questo settore possano esserci pesanti influenze romane. Avere un canale privilegiato con Roma è fondamentale e lo sta dimostrando, ad esempio, il renziano sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà. Il primo cittadino sta ottenendo importanti risultati e lo sblocco di importanti risorse da parte del governo grazie ad un fitto lavoro diplomatico con la capitale. Anzi pare proprio che Falcomatà si stia accreditando come uno dei principali punti di riferimento calabresi di Delrio.
Insomma l’area renziana aspetta Oliverio e Magorno e continua a mandare segnali di fumo, come dimostrato dall’assenza in blocco alla ultima assemblea regionale del Pd. Segnali che, almeno fino al momento, la strana coppia alla guida del partito non ha saputo cogliere. Finite le armi di distrazione di massa (Platì) e archiviato il voto elettorale, arriverà il momento delle decisioni e il conseguente regolamento dei conti interni.