di RICCARDO TRIPEPI
- Luigi De Magistris non verrà sospeso e continuerà ad essere il sindaco di Napoli. Il Tribunale ha accettato le tesi contenute nel suo ricorso che fanno a pezzi la legge Severino. Adesso spetterà alla Corte Costituzionale fare le valutazione del caso. Il commento del Ministro Angelino Alfano è stato laconico: «E’ una norma che non funziona».
Davanti a questo quadro chissà cosa si starà muovendo nell’animo e nella mente di Giuseppe Scopelliti, ex governatore della Calabria, che proprio dalla legge Severino è stato disarcionato, finendo poi con l’essere abbandonato anche dai compagni e amici di partito, a partire proprio da Angelino Alfano.
A differenza di De Magistris, però, Scopelliti aveva scelto la via delle dimissioni. Un gesto istintivo, per certi versi coraggioso, che si è rivelato perdente, almeno nel breve periodo. Avesse scelto la strada del ricorso giudiziario, avrebbe continuato ad essere governatore fino a fine mandato e, chissà, magari avrebbe sfidato Mario Oliverio presidente uscente.
Al netto delle scelte personali, però, l’isolamento politico che da un momento in avanti ha avvolto l’ex rais del centrodestra calabrese non è comprensibile. Non è stato così per De Magistris, non è così per De Luca. Non è così neanche per Giuseppe Marino a Roma e per il suo Consiglio comunale che sta ricevendo un trattamento assai diverso da quello avuto per Reggio Calabria.
E se sulla presunta “doppia morale” del centrosinistra si è detto molto, anche da parte dello stesso Scopelliti e dei suoi, forse si è detto poco della faida interna al centrodestra che, evidentemente, è scattata senza pietà nel momento di maggiore debolezza del leader. Un lavorio ai fianchi, invece di una solidarietà e di una difesa, che hanno portato l’ex presidente della giunta a non centrare il seggio alle elezioni europee, appena qualche mese dopo dalle dimissioni.
Una delusione fortissima che ha portato Scopelliti fuori dalle scene. Tanto che la ripresa della sua azione politica è tuttora in sordina, anche se tenace. Forse oggi ne avremo qualche dettaglio in più durante la conferenza stampa che Tallini e Orsomarso terranno a Reggio. Una cosa è chiara però: stavolta attorno soltanto persone fidate e nessun transfuga.