rictrip
- Il senatore Ncd Giovanni Bilardi mette nei guai sia il governo Renzi che il leader del partito Angelino Alfano. Nell’ambito dell’operazione “Erga omnes” sui rimborsi pazzi a palazzo Campanella per il senatore, all’epoca dei fatti capogruppo della lista “Scopelliti presidente”, è stata richiesta la misura cautelare degli arresti domiciliari che adesso dovrà essere valutata dal Parlamento. Una grana spinosa per Ncd che si trova nuovamente esposto ad una situazione del genere, dopo l’esplodere del caso Antonio Azzollini.
Se il Parlamento dovesse dare il via libera alle due misure, il partito di Alfano si troverebbe con due unità in meno e metterebbe in seria difficoltà il governo Renzi che proprio a palazzo Madama ha una maggioranza piuttosto risicata. Il rischio marginalizzazione per gli alfaniani, dunque, è sempre più alto con conseguenze che, al momento, sono ancora tutte da verificare.
Anche in Calabria, tuttavia, la vicenda legata al senatore Bilardi potrebbe determinare parecchi scossoni. Bilardi, da tempo, aveva acquisito il ruolo di guastatore, lasciando ai fratelli Gentile il compito di manovratori da dietro le quinte. Ad esempio sulla questione legata al referendum sulla riforma dello Statuto regionale che Forza Italia sta tentando di proporre, è stato proprio Bilardi a tentare di scompaginare le carte. Il gruppo dei consiglieri Ncd, più vicino ad Oliverio che all’opposizione di centrodestra, si è subito detto contrario all’ipotesi di indire un referendum a causa dell’evidente spreco di denari pubblici.
Da qui una serie di affondi nei confronti della coordinatrice regionale degli azzurri Jole Santelli, provocata proprio da Bilardi e dagli alfaniani che più volte gli hanno chiesto se davvero aveva le firme necessarie per depositare la richiesta di referendum presso i competenti uffici regionali.
Adesso sarà parecchio complicato proseguire lungo questa linea, considerato che l’inchiesta che riguarda Bilardi guarda proprio agli sperperi che sarebbero stati effettuati con un’allegra gestione dei fondi pubblici destinati ai gruppi regionali. Sicuramente uno spreco peggiore di quello che potrebbe essere fatto con l’avvio di una consultazione referendaria. Certo c’è da dire che neanche l’ex Pdl (Luigi Fedele poi passato ad Ncd) se la passa molto meglio, ma è chiaro che i rapporti tra alfaniani e forzisti vedranno l’asse spostarsi a favore di questi ultimi.
Per il momento Jole Santelli si è soffermata sulla criticità del momento che attraversa il governo regionale e ha chiesto ad Oliverio di assumersi le proprie responsabilità. Ha sorvolato, almeno ufficialmente, sui guai dei cugini di Ncd, ma è chiaro che non tollererà più interferenze nella gestione dell’azione politica dell’opposizione all’interno del Consiglio regionale.
Gli alfaniani, inoltre, dovranno fare i conti con il rischio di un isolamento che potrebbe verificarsi sia a livello nazionale che calabrese, anche a causa della politica dei due forni attuata con l’alleanza con il centrosinistra per un verso (governo Renzi e Oliverio) e quella con il centrodestra andata in scena alle amministrative. Servono insomma scelte chiare e, probabilmente, un ripensamento generale della strategia.