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- Lo avevano capito tutti ma nessuno ne aveva le prove. La grande rinuncia della Lanzetta ad entrare in giunta in polemica con la nomina di Nino De Gaetano, dopo averne concordato l’ingresso con Oliverio, la farmacista di Monasterace non l’aveva presa in solitudine ma l’aveva concordata col Capo del Governo e il gruppo di testa dei renziani.
Fino ad ora, però, si era sospettato che l’operazione l’avesse condotta Delrio che su De Gaetano, forzando, aveva rilasciato una dichiarazione, magari in difformità con gli orientamenti di altri renziani autorevoli della Capitale. Ora, dopo un bel po’ di tempo, la Lanzetta torna sull’argomento parlando con Simona Musco, una giornalista del Garantista molto attenta e affidabile quando scrive, e rivela un dettaglio destinato a cambiare la valutazione sul significato di quelle ore frenetiche. Infatti l’ex ministra rivela di aver discussone discusso, poco prima del suo grande rifiuto, non solo con Delrio ma anche direttamente con Matteo Renzi.
Sulle modalità e la tempistica del no ad Oliverio, dopo aver presentato le dimissioni da ministra del Governo di Roma, la Lanzetta racconta testualmente alla Musco: «Dopo aver parlato con Delrio e Renzi, ho diramato, dopo qualche ora, un altro comunicato in cui non accettavo la nomina di assessore, ma già avevo i miei dubbi».
Insomma, la decisione fu il frutto di una valutazione che coinvolgeva la Presidenza del Consiglio e, insieme, il massimo di autorevolezza del Pd.
La Lanzetta ha ricostruito quelle ore nell’ambito di una polemica con Rosy Bindi (tra le due si era accumulata già un bel po’ di ruggine). Ricordando che la Bindi, appena sbarcata in Calabria come presidente della Commissione antimafia, si era affrettata a precisare che “non esiste un caso De Gaetano”, la Lanzetta commenta: «Ammesso che la Bindi abbia voluto tirarmi una "frecciatina", affermando che "il caso De Gaetano non andava aperto", in effetti non l'ha tirata a me ma soprattutto alla Presidenza del Consiglio che, per primo, ha diramato un comunicato in cui affermava che "la nomina dell'assessore era inadeguata perché la sua situazione non si era chiarita" - spiega Lanzetta -. A mia volta, dopo aver parlato con Delrio e Renzi, ho diramato, dopo qualche ora, un altro comunicato in cui non accettavo la nomina di assessore, ma già avevo i miei dubbi appena ne ho avuta la conferma ufficiale». (rzs)