"Trovo inquietante il fatto che in una ex azienda partecipata come quella dell'Ansaldo sia stato possibile sottoporre i lavoratori ad un rischio che, se comprovato, sarebbe inaccettabile. Quello che, tuttavia, è ancor più inaccettabile è che si perpetui il pericolo e che si facciano lavorare i dipendenti prima di un completo ripristino delle condizioni di sicurezza dato che è chiaro che, pur avendo la società proceduto a rimuovere i pannelli di amianto, restano negli ambienti residui e polveri che sono ancor più pericolosi."
Continua la parlamentare: "Già troppe sono state le vittime dell'amianto nel nostro Paese. Penso al caso Eternit, alla giustizia negata, ai tanti malati da patologie correlate all'asbesto e ai casi di sottovalutazione che si sono trasformati in tragedie. Non abbiamo bisogno di assumerci nuovi rischi, non a Reggio Calabria. Per questa ragione, indipendentemente dalle aspettative di profitto di Hitachi, nuovo acquirente dell'azienda reggina, auspico che non si riprenda ad andare in fabbrica prima di risolvere la situazione e procedere ad una completa bonifica. In questa legittima e doverosa richiesta la sottoscritta è a fianco dei dipendenti e delle organizzazioni sindacali. Ho ricevuto immagini che sono a dir poco sconcertanti e che dimostrano una situazione di rischio inaccettabile. Auspico che l'Asp e le autorità facciano quello che è semplicemente il loro dovere e che non si facciano favori sulla pelle dei lavoratori."