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Prosegue il nostro viaggio tra le stelle, dalla A alla Z . Betelgeuse è  protagonista di molte storie. E' la patria dei "Grandi Antichi", creature infinitamente sagge, venerate come divinità, per H.R. Lovecraft.

 

Credo che sia il nome, affascinante nella pronuncia e bello da vedere scritto su carta, dieci lettere sistemate in modo che l'insieme risulti musicale e nello stesso tempo con qualcosa di sinistro, di minaccioso. Oppure sono le sue dimensioni: il suo raggio è circa 1000 volte quello del nostro Sole, oppure è  il suo colore rosso-arancio intenso, a renderla così famosa.

Betelgeuse. Una delle stelle più  luminose dell'universo, la decima per l'esattezza, appartenente alla costellazione di Orione, che per fascino e popolarità  non ha nulla da invidiare a nessuno, nella moltitudine celeste. Betelgeuse è una star. È protagonista di molte storie. È  la patria dei “Grandi Antichi”, creature infinitamente sagge venerate come divinità, per H.R. Lovecraft, è la “Stella di fuoco” per gli Elfi di Tolkien, è la patria di Ford Prefect in “Guida galattica per autostoppisti” di D. Adams, è il Sole del “Pianeta delle scimmie “, è al centro di un sistema planetario in cui vivono individui oscuri nella mitica serie Star Trek, è il nome, un po' storpiato a dire il vero, di un pianeta dell’universo di “Dune” di F. Herbert, è  persino lo ‘spiritello porcello’ di Tim Burton.

Eppure non esiste una vera leggenda attorno a Betelgeuse. Il nome significa “ascella del gigante”, infatti è la spalla destra del cacciatore armato di clava, Orione. Ma basta così, nessun mito, nessuna leggenda, nessun Dio arrabbiato o geloso che l'abbia scaraventata in cielo, nessun amante morto ammazzato che se l'è portata nel firmamento.

Betelgeuse è un gigante nel cielo infinito, il suo raggio misura 4,6 unità astronomiche, ed è visibile ad occhio nudo anche dalle grandi città. Inizia a scorgersi bassa all’orizzonte orientale nelle serate tardo autunnali, ma domina il cielo notturno durante le notti di gennaio e febbraio con un colore rosso vivo. Nel mese di agosto è visibile ad est, poco prima dell'alba. Chissà quanti proprietari avrà,  la nostra Betelgeuse, quanti innamorati l'avranno regalata alle loro amate, quanti cuori infranti si saranno raccomandati a lei, quanti bambini avranno atteso Peter Pan guardandola, quanti angeli custodi avrà sostituito e quante confessioni avrà udito. Non ha bisogno di miti o leggende, è una supergigante rossa, una pulsante semiregolare che si distingue arancione brillante in mezzo a stelle di colore azzurro, è la spalla destra del Gigante.

Eppure Betelgeuse esploderà, evolvendosi in una supernova di tipo II, e modificherà tutta la costellazione di Orione riducendolo ad un disco bianco, dal quale si distingueranno soltanto Sirio e Aldebaran, che saranno salve. Il Gigante Orione non avrà più la sua spalla destra, e morirà. Quando avverrà, non si sa. Qualcuno ipotizza addirittura che sia già avvenuto, e che il cambiamento sarà visibile tra un migliaio di anni.

L'universo ha le sue regole, nessuno stato è eterno, le stelle nascono, vivono, si trasformano e infine collassano. Ma questa è un'altra storia. Che vi racconterò un’altra volta.