Berard Gloppe

Curiosità sulla vita di scrittori e scrittrici: vizi e virtù. Immagine: La Pasticceria Gloppe, dipinto di Jean Beraud (wikipedia images)

La vita di scrittori e scrittrici ha da sempre incuriosito i lettori appassionati. Quali erano i loro gusti? Cosa mangiavano? Quando scrivevano? Avevano vizi? Alimentavano vezzi? Mi pare ovvio... Almeno per alcuni, dato appaiono pubbliche sia le debolezze che le virtù.

Oscar Wilde indugiava nello champagne rigorosamente ghiacciato anche "a intervalli" per tutta la giornata. Persino in carcere, Wilde ha ordinato la sua bottiglia preferita (un 1874 Perrier-Jouët) direttamente in cella. Dopo il processo per sodomia nel 1895, si trasferì in miseria a Parigi dove si dedicò invece all’assenzio: “Dopo il primo bicchiere vedi le cose come le vorresti, al secondo le vedi come non sono, dopo il terzo come sono realmente ed è questa la cosa più orribile”, scrisse in una lettera.

Non è un segreto per nessuno che Ernest Hemigway amasse bere del rhum tanto che inventò un cocktail che oggi porta il suo nome: l’Hemingway Special, una miscela di rhum chiaro, succo di limone e  niente zucchero, in sostanza una versione dry del Daiquiri di cui invece Robert Frost era affezionato aprendo ogni cena sempre con un unico e solo di questi amati cocktail. William Faulkner era anche lui devoto al genio della bottiglia, preferibilmente di whisky e fra i suoi drink preferiti c’era il Mint Julep a base di bourbon. D’altronde a lui si attribuisce la frase: “La civiltà ebbe inizio con la distillazione”. Per molti letterati l’eccesso alcolico è stato sempre più una posa che una realtà. Per Carver, uno dei migliori autori di short stories del ‘900, invece, fu un demone che lo attanagliò per anni e lo portò a una scomparsa prematura. Si dice che gli allievi dei suoi corsi di scrittura lo invitassero a pranzo per assicurarsi che mangiasse, altrimenti lui aveva l’abitudine di sostituire i pasti con numerosissimi Bloody Mary.

E in Italia? Gabriele D’Annunzio, il Vate, era eccessivo in qualsiasi cosa, ma non nell’alcool, a cui preferiva, di tanto in tanto, la cocaina. Beveva quasi solo acqua naturale (“Ottima è l’acqua” si legge su una parete del Vittoriale), ma il suo nome è legato comunque a due alcolici, l’Amaro Montenegro e l’Amaretto di Saronno, di cui fu testimonial all’inizio del Novecento.

Comunque non di solo alcool vivono gli scrittori, anche di caffè e di tè. Honorè de Balzac, per esempio, ne beveva anche cinquanta tazze al giorno e negli intervalli gli capitava di masticarne qualche chicco; soltanto sedici espressi consecutivi invece per Marcel Proust. Mentre Gertrude Stein si metteva ansia solo al pensiero del caffè al mattino consigliatole dal medico, e limitava la sua colazione a una tazza di tè. Jane Austen invece non aveva alcuna riserva per la sua colazione che praticava in modo abbondante tra tè, caffè, torte dolci e panini salati. Molto più parche le sorelle Emily e Charlotte Brontë che seguivano una dieta molto leggera in casa e fuori rinunciavano al pasto. Quanto a Whalt Whitman, pur soffrendo di colesterolo alto, continuò a includere nella sua colazione un bel piatto di ostriche, cibo preferito anche da Anton Cecov. Emily Dickinson e Virginia Woolf erano molto abili nell’arte della panificazione. Si possono trovare in rete alcune delle ricette originali della Dickinson per fare dei dolcetti proprio come lei. E in tema di torte l’Halva, tipica torta a base di pasta di sesamo, noci e zucchero, era il carburante letterario per JP Sartre che se la faceva spedire  ovunque andasse dalla bella Simone de Beauvoire.

Quanto a stranezze Friedrich Schiller teneva delle mele marce nel cassetto della scrivania perché riteneva il loro insopportabile odore la sua fonte di ispirazione, Edgar Allan Poe scriveva tenendo sempre al suo fianco la sua gatta che con le sue fusa approvava o meno la sua opera. John Steinbeck scriveva sempre a matita la prima stesura di un romanzo, così poneva sulla sua scrivania ben 12 matite ben appuntite, tuttavia le matite squadrate gli procuravano degli atroci crampi, per questo la sua casa editrice provvedeva di fornirlo di matite con la struttura tonda.

Ma potrei dirvi ancora molto, per esempio...