GRAMSCI. Gli interessi da ragazzo rivelati da 280 riviste finite nel sottotetto

GRAMSCI. Gli interessi da ragazzo rivelati da 280 riviste finite nel sottotetto

Gramsci

Quali erano gli interessi di Gramsci ragazzo prima di approdare al socialismo? Lo rivela il saggio "Le riviste ritrovate: la formazione del giovane Gramsci in Sardegna (1907-1914)" pubblicato sull’ultimo fascicolo di "Nuova Antologia" (Fondazione Spadolini - Edizioni Polistampa) firmato da Luca Paulesu, pronipote di Gramsci.

Il saggio rivela che prima di approdare al Psi Gramsci (1891-1937) fu un appassionato lettore di periodici nazionalisti e dell'avanguardia artistica e letteraria del primo Novecento. Grande attenzione riservò per "La Voce", la rivista di Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini. Quello di Paulesu è il primo studio completo sul ritrovamento avvenuto nel 2018 nell'archivio della famiglia Gramsci, nel sottotetto della vecchia casa di Teresa Gramsci, la sorella di Antonio, a Ghilarza, in provincia di Oristano. Durante un riordino è tornata alla luce una collezione di riviste del giovane Antonio del periodo tra il 1907 e il 1914. Un periodo abbastanza ampie che offre conoscenze sconosciute sulla formazione di Gramsci.

Insieme alle riviste è riemersa anche una collezione di libri, sia risalenti al periodo giovanile, sia provenienti dal carcere di Turi. Si tratta, in maggioranza, delle riviste alle quali Gramsci si era abbonato, prima come studente ginnasiale a Santu Lussurgiu, poi come allievo del liceo 'Dettori' di Cagliari, infine come studente universitario nei primi anni trascorsi a Torino. Le riviste facevano parte della biblioteca personale che Gramsci riunì nella casa di famiglia a Ghilarza, e che continuò ad aggiornare per diversi anni, anche dopo la partenza dalla Sardegna, con l'invio di nuovi volumi e riviste. La collezione è costituita da circa 280 fascicoli suddivisi in sette testate: "Il Marzocco" (1904-1911), "Le cronache letterarie" (1909-1911), "La Lupa" (1910-1911), "Piemonte" (1911-1912), "La Voce" (1910-1914), "L'Unità" (1911-1913), "Patria" (1912).

Nel saggio Luca Paulesu rileva come i primi biografi di Gramsci abbiano sempre mostrato scarso interesse per il periodo giovanile in Sardegna, concentrando le ricerche sul periodo torinese di Antonio, in particolar modo sull'influenza che la città esercitò sulla sua personalità, sui contatti che ebbe con i professori dell'Ateneo, sulla sua adesione al Partito socialista. Pertanto le indagini sul periodo giovanile privilegiarono, le fonti che lo ritraevano già liceale a Cagliari, vicino agli ideali del socialismo, e facendo iniziare la sua biografia a Torino, a partire dal 1914, o, meglio ancora, dal 1917.

La scoperta, secondo Paulesu, permette di arricchire il ritratto del giovane Gramsci, con elementi ignorati e dimenticati e di ampliare la conoscenza delle fonti che avevano contribuito a formare Antonio in Sardegna: fra queste un ruolo non secondario ebbero le riviste di inizio Novecento. Coerentemente con l'immagine tradizionale di un Gramsci sardo - caratterizzato dal suo giovanile istinto di ribellione, avverso ai ricchi che potevano studiare e dalla visione dello studio come strumento di emancipazione - queste testate "ci sono parse indicare la linea di un percorso di formazione personale come reazione all'aridità dell'educazione scolastica impartita nei piccoli istituti della provincia isolana" (le prime testate de "Il Marzocco" e della "Nuova Antologia" risalgono infatti al 1904-1906 quando Antonio frequentava il Ginnasio nel paese di Santu Lussurgiu).

Di quanto Antonio fosse rimasto affascinato dall'esuberanza dei giovani intellettuali che avevano fondato e animato la rivista "La Voce" (il suo esordio giornalistico sul "Corriere Universitario" di Torino, nel 1913, vedeva come personaggio di riferimento - 'polemico' - il vociano Giovanni Papini) ha trovato ulteriore riscontro nel ritrovamento, tra i suoi libri, di alcune opere di narrativa di Papini risalenti agli anni '10, e fra gli altri di Ardengo Soffici e di Renato Serra, pubblicate nelle "Edizioni della Voce".

La conservazione di alcuni inserti destinati agli abbonati delle riviste, con il dettaglio dello statuto e della composizione degli organismi di direzione delle testate, inoltre, lascia presumere che Gramsci avesse già indirizzato il suo interesse, o quanto meno la sua attenzione, a tutto il mondo dell'editoria: dal passaggio degli autori da una rivista all'altra e dalla 'migrazione' dei direttori delle riviste, alla fondazione di nuove collane. Non è un caso che, nei "Quaderni", Gramsci richiami e ricostruisca meticolosamente alcuni di questi passaggi. Infine, con l'inizio delle prime letture impegnate, è possibile individuare a Cagliari, e in forma non episodica, il suo rapporto con il pensiero socialista e con la relativa organizzazione politica. (fonte, agenzie)