In Italia migliora il gender pay gap (divario retributivo di genere): nel 2017 infatti i redditi complessivi delle donne sono stati in media del 25% inferiori a quelli dei maschi (15.373 euro rispetto ai 20.453 euro) contro una divario del 28% registrato dal 2008. E ci sono punte, per esempio le donne laureate oltre i 45 anni, che guadagnano un terzo in meno dei coetanei.
Lo ha spiegato Linda Laura Sabbadini, Direttore della Direzione centrale per gli studi dell'Istat durante un’audizione alla Camera.
I divari, annota ancora l'Istituto, sono più ampi nelle fasce di età over 45 (28,5% tra i 45 e i 54 anni e 26,1% per i percettori over 55), per le laureate, che guadagnano quasi un terzo in meno dei laureati (20.172 contro 29.698 euro), e nelle regioni del Nord (27,5% al Nord-ovest e 28,3% al Nord-est).
Un gap che cresce per i redditi da lavoro autonomo delle donne. Divario di genere più basso invece per i redditi dei dipendenti: il 24% contro il 30% nel caso di occupazione autonoma mentre le donne percettrici di redditi da lavoro autonomo sono comunque il 40% degli uomini.
A livello europeo, nell'Ue a 28, il gender pay gap segnalava nel 2017 che le retribuzioni femminili erano in media del 16% inferiori a quelli degli uomini anche se si registrava una elevata eterogeneità tra gli Stati membri: si passa dal 3,5% in Romania al 25,6% in Estonia.
L'Italia è uno dei paesi con Gpg più basso, pari nel 2017, al 5%. Il dato europeo, spiega l'Istat, riguarda imprese ed istituzioni pubbliche con almeno 10 dipendenti. Di conseguenza. "il basso livello del Gpg italiano è spiegato anche dall'effetto composizione tra il comparto pubblico e quello privato".
Nel primo il gap di genere è molto basso (4,1%) a seguito dell'elevato tasso di femminilizzazione e della maggiore concentrazione di donne con alto titolo di studio e retribuzione oraria. Nel settore privato, invece, conclude il dossier Istat, il divario di genere è sensibilmente maggiore (20,7%) e in linea con gli altri paesi europei.
"Questa apparente omogeneità con il resto dell'Europa in realtà maschera un effetto dovuto alla differenza di partecipazione femminile e di tassi di occupazione per titolo di studio. In Italia le donne con basso titolo di studio riescono, infatti, ad entrare sul mercato del lavoro in proporzioni molto più basse e questo si riflette in un gender pay gap più basso", ha concluso Linda Laura Sabbadini. (fonte adnk)