D’ASCOLA (Ap). Resta a Reggio la seconda sede per i beni confiscati alle mafie

D’ASCOLA (Ap). Resta a Reggio la seconda sede per i beni confiscati alle mafie
Sulla questione dell'Agenzia dei beni confiscati "da cittadino reggino ho provato profondo dispiacere nel leggere sui giornali notizie totalmente prive di qualsivoglia fondamento mosse solo da intenti propagandistici".

 Infatti, spiega il presidente della commissione Giustizia del Senato Nico D'Ascola, a proposito della riforma del Codice Antimafia appena approvata dall'Aula di palazzo Madama, come unica sede secondaria dell'Agenzia, che dovra' gestire i beni confiscati alla mafia e, nel caso il ddl diventasse legge, anche a chi e' accusato di reati contro la P.A., viene ripristinata Reggio Calabria.

    Il testo, spiega il parlamentare, "all'articolo 110 prevedeva come sede principale dell'Agenzia quella sita a Reggio. Il testo votato dalla Camera e trasmesso al Senato indicava Roma come sede principale (poiche' posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri) e Reggio come sede secondaria. Nel corso dell'iter in commissione sono state implementate le dotazioni organiche in capo all'Agenzia sia dal punto di vista del personale assegnato sia da quello delle risorse disponibili e sono state aggiunte diverse sedi secondarie: Palermo, Catania, Napoli, Bologna e Milano oltre a quella gia' prevista di Reggio. L'emendamento 27.102, con parere favorevole di relatori e governo, sulla base di un identico emendamento di FI, presentato per l'esame dell' Aula a firma del senatore Albertini (Ap) e approvato muove dalla necessita' di ripristinare Reggio come unica sede secondaria".

    "Non vi e' chi non veda che, l'Agenzia dei beni sita in Reggio, in relazione alle modifiche accorse in sede referente in commissione, avra' maggiore disponibilita' di risorse e capacita' occupazionali maggiori rispetto alle attuali contando su di un personale definitivamente assegnato e non comandato da altre amministrazioni", conclude D'Ascola.