In memoria di un Maestro del giornalismo: EMANUELE GIACOIA

In memoria di un Maestro del giornalismo: EMANUELE GIACOIA
 Emanuele Giacoia
(1929-2022)

Era nato nello stesso giorno di Lucio Dalla ma nell’anno della prima grande crisi economica del Novecento, ben prima del 1943. Da ragazzo aveva visto la seconda guerra mondiale .

È morto stanotte nella sua casa di via Panebianco a Cosenza, dopo lunga malattia, ma con la testa ancora lucida e attenta al tempo che muta del XXI secolo che ancora amava raccontare.

Emanuele Giacoia non è più. Uno dei migliori testimoni del secolo breve calabrese , giornalista di chiara fama.

Pioniere dell’informazione Rai calabrese, dai primordi del 1958 con Mascilli Migliorini fino alla direzione da padre nobile della testata regionale calabrese ha forgiato diverse generazioni di cronisti.

Nato in Basilicata a Grassano, di cultura e formazione napoletana, calabrese per caso e per vocazione acquisita.

La sua celebrità maggiore era quella di essere stato un personaggio dell’informazione sportiva nazionale.

Voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” e volto di “Novantesimo minuto” .

Emanuele fa parte di quel Blob di mezzibusti,che è restato e resterà per sempre nell’immaginario collettivo, e che ogni domenica ci mostrava Beppe Viola, il suo amico Luigi Necco, ,Roberto Scardova, “bisteccone” Galeazzi , Tonino Carino e tutti gli altri. Sono quasi delle maschere della commedia dell’arte contemporanea che hanno rappresentato le varie tribu’ regionali del calcio italiano minuto per minuto, parlando ad audience che raccoglievano milioni di telespettatori in tempo reale.

Per quella trasmissione tv, sta scritto di Emanuele Giacoia negli archivi del Corriere della sera : “Corrispondente dalla Calabria, in particolare da Catanzaro. Voce da doppiatore, che non dispiaceva alle telespettatrici”.

I migliori analisti di calcio in tv sui giornaloni hanno spesso commentato che Emanuele Giacoia meritava migliori ruoli di quelli che ha ricoperto. Ruoli nazionali per intenderci. Emanuele pero’ non ne aveva mai fatto grandi crucci pubblici.

Non solo calcio Giacoia. Interessi ampi raccontati sempre con sguardo alto e con italiano forbito ed elegante. Bella scrittura. Passione per l’archeologia.

Poliedrico,simpatico, piacione, ironico, anche irriverente se necessario, ma sempre molto umano.

Ha accompagnato numerose stagioni del Quotidiano, ricoprendo diversi ruoli, soprattutto quello di patriarca e padre nobile. Incline allo scherzo e al cameratismo, forbito nella battuta. Aneddotica sterminata e memoria d’elefante.

Fino a pochi mesi fa quando  leggeva un pezzo di suo interesse, chiamava il cronista per complimentarsi. Non aveva perso il graffio del giornalista di razza scrivendo ancora corsivi di cronaca cosentina molto pungenti.

Capotribù di una famiglia numerosa, con l’adorata moglie ha allevato cinque figli e numerosi nipoti. I gemelli Riccardo e Valerio ne proseguono nel giornalismo la tradizione di mestiere, figli di cotanto padre si sono dimostrati all’altezza del genitore.

Emanuele Giacoia. Giornalista. Un nome che resta. La Calabria non ne smarrisca mai il ricordo