Il matrimonio ebraico a Bova Marina e la nostra storia

Il matrimonio ebraico a Bova Marina e la nostra storia

roque e ivana

Mazal tov! Con questo augurio si è conclusa la cerimonia del matrimonio ebraico che ha avuto luogo presso il parco ArcheoDeri di Bova marina, nello stesso luogo che ha ospitato una sinagoga 1650 anni fa. Un gioiello sotto gli occhi di tutti e che questo matrimonio ha dato modo di porre all’attenzione del mondo intero. Le più importanti testate giornalistiche hanno riportato la notizia di questo matrimonio, aprendo uno squarcio nella consapevolezza di questo tesoro inestimabile.

Ben consapevoli del valore archeologico e di testimonianza sono però gli addetti ai lavori del Polo Museale della Calabria e del direttore Orsola Laura Delfino e tutti i dipendenti che con grande disponibilità, hanno aperto le porte del sito e del museo dove sono esposti gli oggetti ritrovati, e hanno offerto notizie e spiegazioni agli ospiti venuti da diverse parti d’Italia e da Israele. Un’occasione che il sindaco di Bova Marina Saverio Zavettieri, invitato al matrimonio, ha sottolineato con la sua disponibilità all’accoglienza di un turismo interessato non solo alle bellezze naturali ma anche alla riscoperta delle radici profonde della comunità ebraica su questo territorio.

Scoprire queste radici ha incuriosito e interessato anche l’istituto alberghiero Euclide di Bova Marina che con la dirigente Carmen Lucisano ha già proposto un corso di cucina kosher dando prova di grande professionalità e impegno con una degustazione di dolci kosher nell’occasione della Festa delle Luci- Channukkia- lo scorso novembre a Reggio Calabria, alla presenza del sindaco Falcomatà e del rav Piperno. Sono stati sempre i ragazzi dell’alberghiero Euclide che hanno curato il servizio di ricevimento, mentre Rav Piperno ha garantito la kasherut e lo staff con Angelo Porto hanno lavorato kasherizzando le cucine della  Perla Jonica, il piccolo villaggio turistico sito a pochi metri dal parco direttamente sul mare, accogliendo per la seconda volta un evento legato alla cultura ebraica.

L'ultima occasione, di una lunga serie, è stata la Festa delle Capanne detta Sukkot organizzata da Miriam Jaskierowicz Arman che per l’occasione aveva realizzato piatti kosher per gli ospiti amici e interessati alla spiritualità ebraica.

I resti della sinagoga di Bova Marina hanno vibrato di vita ancora una volta dopo 1650 anni, e il riverbero delle anime non si è spento ancora, anzi ha sollecitato un interesse inaspettato ma non casuale, perché la storia della Calabria si intreccia con la storia millenaria del popolo ebraico che saputo incrementare, in questi luoghi, lo sviluppo economico e sociale attraverso le attività di finanziamento su cui si reggeva la piccola impresa familiare e la lavorazione della seta, l’attività di tintura dei tessuti con l’indaco e altre attività artigianali, come quella della stamperia di Abraham ben Garton che  solo nel 1475 pubblicò il commentario di Rashì alla Bibbia ebraica (oggi, purtroppo, ancora presso la biblioteca di Parma). Storie comuni e radici comuni a quelle di un popolo disperso da questi luoghi con l’editto del 1511 ma che sotterraneo ha nutrito un rapporto che oggi si è trasformato in una necessità di conoscenza e di riscoperta.