RECENSIONE: La presenza ebraica nella storia reggina di Felice Delfino

RECENSIONE: La presenza ebraica nella storia reggina di Felice Delfino

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di MARIA FRANCO

Anomeri, l’odierna Ortì, Ardore, Bagnara, Bianco, Bivongi, Bova, Brancaleone, Bruzzano, Calanna, Casignana, Catona, Caulonia, Cittanova, Condoianni, Ferruzzano, Fiumara di Muro, Galatro, Gerace, Gioia Tauro, Gioiosa Jonica, Grotteria, Laureana di Borrello, Locri, Melicuccà, Melicucco, Melito, Monasterace, Montebello Jonico, Mota Bovalina, odierna Bovalino, Motta San Giovanni, Oppido Mamertina, Pazzano, Pellaro, Pentidattilo, Placanica, Polistena, Rosarno, Saline, Sant’Agata, Sant’Eufemia, San Giorgio Morgeto, San Lorenzo, Seminara, Sinopoli, Stilo, Torre di Bruzzano, Tritanti. Oltre, naturalmente, Reggio Calabria. Sono le tante località dell’attuale provincia reggina che hanno visto la nutrita presenza degli Ebrei, nel periodo che va dal 70 d. C., anno della distruzione del Tempio di Gerusalemme e inizio della diaspora ebraica, al 1540, quando l’imperatore Carlo V ne decretò l’espulsione dal Viceregno.

Felice Delfino ne tratteggia le alterne vicende in un agile volume di carattere divulgativo, La presenza ebraica nella storia reggina, recentemente pubblicato da Disoblio.

«Contrariamente alla storia magno-greca, molto più nota e trattata, non tutti i Reggini conoscono i trascorsi ebraici della città e pochissimi ne sono informati ma in maniera abbastanza generica. (…) La carenza di informazioni sul nostro passato ebraico non ci fa certamente onore, dal momento che la Calabria ha registrato il numero più consistente di Ebrei e che Reggio Calabria è stata tra i centri ebraici più importanti dell’antichità e del Medioevo.»

Forti anche della loro cultura – «gli Ebrei sapevano leggere e scrivere in una percentuale maggiore rispetto alla popolazione cristiana» – ebbero una grande importanza soprattutto in ciò che riguarda l’economia calabrese.

«Si sa con certezza che già in epoca medievale l’industria della seta e della tintoria è nelle mani degli ebrei di Reggio. Si è a conoscenza inoltre che gli Ebrei hanno ottenuto un particolare privilegio da parte dell’Università di Reggio, secondo la quale ogni 22 luglio gli Ebrei avevano il diritto di scegliere il prezzo per ogni libbra di seta sul mercato (…) Strettamente legata all’industria della seta è la coltivazione dei gelsi (…) Nel territorio reggino la coltivazione del gelso e la lavorazione della seta (…) hanno rappresentato un vero monopolio ebraico. (…) L’industria della seta aveva alcune attività connesse tra cui quella della tintoria, di cui bisogna ricordare l’introduzione del colore indaco da parte di quindici famiglie giudee scacciate dalla Sicilia ai tempi del Cordova.»

Gli ebrei reggini hanno primeggiato anche nel campo della medicina e, come è ampiamente risaputo, in quello tipografico: «Nel 1475 a Reggio è stato stampato il primo libro in ebraico ad opera di Abraham ben Garton. La provenienza di questo tipografo ebreo è molto indicativa. Egli infatti giunge a Reggio dalla Germania, la terra cioè dove Johann Gutenberg inventa la stampante a carattere mobile.» Notevole la loro presenza nel commercio e nell’usura, concessa come loro privilegio esclusivo dai sovrani. «Malgrado alcune volte siano stati accusati di strozzinaggio, con questa attività gli Ebrei hanno moderato le pretese dei prestatori cristiani e per tale ragione sono stati ben voluti nel Regno di Napoli dal popolo e dall’autorità.»

Di tanta ricca presenza, oggi restano soprattutto decine e decine di cognomi (per esempio quelli “culturali”, “linguistici”, “augurali”, quelli riferiti a luoghi e mestieri) che testimoniano come molti reggini e calabresi siano, magari senza saperlo, discendenti di ebrei, spesso «costretti ad abiurare la loro fede per diventare cristiani.»

Felice DElfino, La presenza ebraica nella storia reggina, Disoblio, euro 18