Epikastron greggi di pecore nel mondo 04

Rendere l’intera umanità un gregge di pecore, facile da guidare da parte di pochi pastori, è chiaramente l’obiettivo della classe dominante del mondo occidentale.

La religione mondiale del Liberismo e dello sforzo di arricchire i ricchi (e impoverire i poveri: ça va sans dire!) ha messo al centro del dibattito politico (sic!) la privatizzazione, spacciata come panacea che permetterebbe di risolvere, quasi per magia, tutti i problemi dello Stato e della Nazione. Dopo anni di riflessioni, ho finalmente capito nella mia vecchiaia che la privatizzazione sarebbe la traduzione pratica del mantra “fare le riforme” e di “quello che l’Europa ci chiede”: l’Europa ci chiede di cedere per pochi soldi ai Vichinghi che opprimono l’intero Ecumene tutto ciò che ha un valore economico, e che permetterebbe loro di continuare a riempire di nomismata e di dinar aurei i loro già pingui forzieri.

Assodato ciò, mi sono chiesto se sia più pericolosa la privatizzazione o la provatizzazione. Provatizzazione, sissignori, dal greco classico probata, che significa “gregge di pecore”, e che in neogreco (e, se è per questo, anche in greco di Calabria) si pronuncia provata. Dopo anni di ragionamenti nella caverna in cui mi sono ridotto a vivere (isolato da una Reggio che non comprendo e che mi disgusta), e ben sapendo che la mia voce fuori dal coro sembrerà stonata, mi sono convinto che la provatizzazione sia ben più grave e gravida di conseguenze sociali, economiche e politiche della privatizzazione. Rendere l’intera umanità un gregge di pecore, facile da guidare da parte di pochi pastori, è chiaramente l’obiettivo della classe dominante del mondo occidentale.

Mi rendo conto che, a prescindere dall’interesse economico contingente, c’è una ragione profonda di questo atteggiamento, che risiede nel modo di pensare e di concepire il mondo da parte dei germani delle varie tribù che hanno invaso il mondo greco-romano: essi credono di potere ricondurre il caos universale a ordine mediante l’applicazione di regole e misurazioni. È questo, a mio avviso, il senso vero della fisica quantistica, nemica della logica aristotelica: da Newton in avanti, ma prima ancora con la loro religione norrenica, i nuovi padroni hanno cercato di trovare le leggi che permettono di comprendere l’Universo, traducendole in regole di comportamento. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il mondo anglosassone è stracolmo di cartelli, che avvisano che sul pavimento bagnato si può cadere, che non si apre la portiera del taxi mentre si è in marcia, e simili amenità, che ogni anno diventano sempre di più, e arrivano a condizionare ogni nostro comportamento. Vi sarà sfuggito, nel mare di ricerche che caratterizzano le università anglosassoni, che ormai si consiglia di fare meno possibile la doccia, di non tirare tutte le volte lo sciacquone in bagno. Le ricerche anglosassoni: a me sembra che il loro filo conduttore sia la negazione del libero arbitrio (possono le pecore avere libertà di scelta?). Sei un traditore seriale della tua compagna? Non è colpa tua, ma dei geni del tuo DNA. Mangi quanto un porco? La risposta è nei tuoi cromosomi: tu non puoi cambiare, sei fatto così …

Come fare a rendere pecore le persone? Amici miei, la risposta è: “ignoranza”. Con l’ignoranza puoi convincere chiunque di qualunque cosa, basta avere i mezzi pubblicitari che ti permettono di  ottenerne il consenso. Con l’ignoranza puoi spingere gli esseri umani a comportarsi in modo ferino, a badare solo al soddisfacimento degli istinti primari (ogni allusione a Reggio è intenzionale), puoi governare le persone come se fossero una massa: spingerle a votare come si vuole con la paura e con l’allettamento; farle accettare la legge della giungla come naturale e giusta, per la quale a ogni incrocio, come nelle cose più importanti, vale il peso della violenza che si è disposti a esercitare. Fateci caso, amici: in ogni film che Hollywood ci impone, si propaganda la violenza come unica risorsa per far terminare qualsiasi diverbio, dalla contrapposizione tra due Stati al divorzio, dall’ordine pubblico allo stalking. “Violenza” è sempre stata la parola d’ordine di chi ci ha privato della libertà, insieme a “feudalesimo”, ma di questo, della riduzione del popolo a servi della gleba senza diritti, ne parleremo un’altra volta, se avrete la pazienza di ascoltare il vostro cantastorie …