Ecco perché ho scritto L'URLO DI REGGIO. E' un progetto per la città. BOLANO

Ecco perché ho scritto L'URLO DI REGGIO. E' un progetto per la città. BOLANO

udr         di PAOLO BOLANO - Ho scritto “L’Urlo di Reggio” per aprire un dibattito sulla città e sulla regione. È un’opera aperta a tutti i contributi, che spero di poter aggiungere entro un anno e completare il lavoro. C’è molta carne al fuoco, possiamo cominciare a discutere per realizzare un

grande progetto da inserire in un contenitore più ampio che io chiamo “questione meridionale mediterranea”.

La storia è la politica di ieri, la politica di oggi sarà la storia di domani. Ecco perché il mio ragionamento parte dalla Magna Grecia. Allora tutto il popolo andava a teatro, esclusi naturalmente gli schiavi, e questo era importantissimo in quanto quel popolo che assisteva alle tragedie era in grado di votare per fare vincere il migliore. Poi la storia prese una brutta china, si cominciò con i romani e poi via via gli altri dominatori. Insomma, quel popolo diventò plebe, al servizio dei nuovi padroni-dominatori, non andò più al teatro, lavorava dodici ore al giorno ed era costretto a portare i frutti del lavoro al castello.

A questo punto la domanda viene spontanea: è possibile che nella storia di secoli nessun calabrese sia stato capace di aiutare quelle plebi contadine a ritornare ad essere popolo? Eppure la storia ci ha regalato grandi personaggi come Cassiodoro, Barlaam che ha insegnato il greco a Petrarca, Gioacchino da Fiore e Campanella che parlava di giustizia sociale, dignità umana e uguaglianza. La risposta purtroppo la conosciamo tutti. Nessuno ha saputo guidare il popolo calabrese fuori dalla palude.

Dobbiamo aspettare il 1864, con il primo socialismo anarchico, per intravedere la luce dopo anni di buio. Poi, ancora, se vogliamo parlare di riscatto delle plebi contadine dobbiamo arrivare a dopo la caduta del fascismo con la riforma agraria. Qui, dopo secoli, i contadini riescono a piegare e vincere l’arroganza dei baroni. Finalmente dopo il fascismo e con la vittoria della Repubblica sulla Monarchia, i contadini hanno votato e portato in Parlamento una classe politica di serie A.

Dall’altro lato, la classe intellettuale e i ricercatori sono riusciti fotografare la situazione socio-economica della Calabria fornendo quelle ricerche necessarie che poi la politica ha potuto trasformare in leggi dello Stato. Ripercorrendo la nostra storia, quindi, arriviamo a capire e raccontare i disagi delle popolazioni delle periferie reggine e tracciare delle proposte per il loro riscatto. Pensiamo che la rinascita di Reggio e della Calabria debba passare attraverso un progetto culturale legato al turismo e all’agricoltura.

Insomma, questa città e questa regione devono imparare a produrre ricchezza per esportarla, solo così si può dare la risposta a duecentomila disoccupati calabresi e duecentomila precari. Quand’è che una comunità di persone, come quella che vive la Calabria, è in grado di ribellarsi, alzare la testa e liberarsi dal giogo dei potenti, malapolitica e ‘ndrangheta, che la vogliono relegata in una condizione di sottosviluppo e di sudditanza? Quando sviluppa una coscienza di popolo perché il popolo lotta per avere i suoi diritti. E noi vogliamo partire da qui, da questo progetto Reggio per lanciare un urlo di ribellione ma al tempo stesso di speranza per il futuro della nostra gente.

Paolo Bolano