L'Anticipazione: Cola Ierofani. Amori e politica nel secolo breve di G. Tripodi

L'Anticipazione: Cola Ierofani. Amori e politica nel secolo breve di G. Tripodi

 colaierofani

di MARIA FRANCO -

Sta per arrivare in libreria, edito da Città del Sole, Cola Ierofani. Amori e politica nel secolo breve, di Giuseppe Tripodi, uno dei romanzi più belli scritti sulla Calabria.

Diffusa nel tempo ampio di quasi due terzi del Novecento e ambientata, in buona parte, nel piccolo spazio della fascia jonica della provincia reggina, la vicenda ha il respiro universale di quelle storie che, per quanto specificamente personali, partecipano consapevolmente della storia del mondo, ne sono intrise e, nello stesso tempo, lasciano, su quelle, un segno specifico.

La Calabria contadina – dei paesi vicini e, insieme, distanti; delle tradizioni antiche (dalla falciatura, al pane caldo, al sapone); della dignità operosa, delle chiusure ombrose, dei gruppi contrapposti; delle complesse relazioni umane fissate in schemi infrangibili – già tante altre volte narrata, s’incontra qui con uno dei grandi canali nei quali è (ri)fluita la recente storia italiana.

E’ nelle sezioni del Pci (come, per altri versi, nelle contrapposte parrocchie) che (anche) la storia calabrese si è rimescolata e rinnovata e la modernità si è affacciata soprattutto nell’emergere di un ceto intellettuale che ha interpretato la propria quotidianità e la realtà del Sud, attraverso il filtro dell’ideologia comunista e, quindi, in una dimensione mondiale e nell’affacciarsi, anche nelle periferie del paese, di relazioni uomo-donna che, pur contrassegnate da un permanente maschilismo, infrangevano la tradizionale separatezza. Una modernizzazione piena di contraddizioni, frammentaria, irrisolta, ma con tratti di forte vitalità.

Prorompente è la vitalità del protagonista del libro. Lavoratore, carnale, appassionato, uomo di partito, seduttore senza requie e senza requie sedotto dalle donne: un’esistenza, quella di Cola Ierofani, tutta dentro il qui e ora della Storia. Una biografia con accenti significativamente generazionali, che si avvolge e si dipana, come suggerisce il sottotitolo del libro, intorno a due capi d’uno stesso gomitolo, il partito e le donne. In qualche modo una sorta di sistole e diastole tra la storia (della collettività) e il (proprio) corpo, gli ideali (infrangibili) e l’(irresistibile) sensualità.

Vivido è lo stile. Una narrazione come un fiume che scorre per oltre 400 pagine e si distende, talora, in bracci laterali per rientrare sulla storia principale come a voler raccogliere di tutta una vicenda umana e sociale quanto più sia possibile. Per conservarla, per trasmetterla: perché è stata, comunque, ricchezza per chi in qualche modo l’ha vissuta e può essere ricchezza anche per chi niente o quasi finora ha saputo di quel mondo, ma che può riscoprirlo nel racconto di Tripodi.

Di Cola Ierofani – uomo del Novecento della provincia calabrese, che sta per entrare, da protagonista, tra i personaggi ricordevoli della nostra letteratura – sentiremo molto parlare.