LE RECENSIONI di MARIA FRANCO. L’Incisore, di Daniele Castrizio

LE RECENSIONI di MARIA FRANCO. L’Incisore, di Daniele Castrizio
incisore «Che città era quella in cui venimmo ad abitare! Le Syrakousai sono, senz’altro, la polis più forte e potente dell’Occidente, e la vecchia Ortygìa, prima che Dionysios la facesse diventare una caserma, era uno dei posti più belli del mondo. Ma a Reghion l’atmosfera era diversa, più dolce, direi più ionica, con una venatura d’Oriente che la rendeva unica. Ha sempre colpito la mia sensibilità di artista, ve l’ho detto tante volte, il fatto che da ogni strada dell’asty si gode di una vista incomparabile dello Stretto di Skylle. Anche oggi è così, ma una volta la città era brulicante di commerci e c’era gente veramente di tutte le razze. La vicinanza dei monti della Sila, poi, garantiva la possibilità di gite fuori porta per andare a raccogliere funghi, castagne o fragole, secondo le stagioni. Per chi ama la caccia, del resto, il posto è formidabile, ma anche chi predilige il pesce non resta deluso. Chiusa tra i monti ed il mare, Reghion era una polis con un carattere misto, che rendeva facili i rapporti umani ed invitava a godere dei beni della breve vita mortale.»

Prossimo alla fine, il siracusano Euàinetos racconta ai nipoti la sua vita, dalla pace di Gela all’ascesa al potere di Dioniso, da cui ha cercato «scampo a Reghion, una polis in grado di opporsi, per forza e posizione strategica, al tiranno vincitore», l’amore ricambiato per Kalliròe, la bella sposa rapita dai pirati, che riesce, attraverso molte avventure, a liberare, l’acume politico e il decisivo ruolo sociale di Hermokràtes, padre di Kalliròe e guida, per lungo tempo, della città di Siracusa.

E parla del suo lavoro, insieme al fratello Eumènes, di orafo e incisore di monete, «autentico strumento di propaganda politica e di manifestazione del potere di una polis». Dall’innovazione della quadriga arcaica di Siracusa che da statica si mostra al galoppo («Era questa la mossa iconografica e propagandistica che Hermokratès voleva effettuare. Una città statica si mette in moto…e voleva che fossero gli incisori più innovativi a realizzare il miracolo artistico, che ci permetteva di emulare sulle monete le grandi vette artistiche che scultori quali Pytahagòras di Reghion, Polylaitos di Sikyon, Kalamis, Myron e Pheidias della Attènai avevano raggiunto nella statuaria in bronzo») alla proposta di una più complessiva riforma. «La mia riforma intende sganciare oro, argento e bronzo, facendoli circolare su tre diversi livelli e con tre diversi modi di uso. Partiamo dall’oro: conieremo monete che varranno quanto pesano, e saranno spese solo dopo essere state pesate. In questo modo la polis, quando conia, lo fa al valore di mercato, qualunque esso sia in quel momento. (…) La coniazione (dell’argento NdR) rimarrà immutata e le monete avranno il prezzo che la polis fisserà per loro, senza bisogno di pesarle continuamente. (…) La moneta di bronzo, come se fosse un gettone privato che noi commercianti ci scambiamo come pegno della merce da consegnare, rimane interna alla polis e, così facendo, non è soggetta alle regole economiche non a quelle politiche.»

L’incisore di Daniele Castrizio, edito da Falzea, è romanzo storico che, pur ambientato in prevalenza a Siracusa, tratteggia una fase di particolare importanza della Reggio magnogreca, dal 424 a.C. al 387 a.C., ovvero dalla partecipazione della città alla guerra del Peloponneso al fianco degli Ateniesi al momento in cui diventa possesso personale di Dionigi il grande.

Una lettura per tutti gli appassionati delle più antiche vicende della città. L’autore, professore all’Università di Messina e parroco della chiesa ortodossa di San Paolo dei Greci, è particolarmente esperto delle fasi iniziali della trimillenaria storia reggina. Dal suo Blog reggioneisecoli.blogspot.com/ (purtroppo non aggiornato da anni) si possono scaricare gratuitamente alcuni racconti sulla Reggio antica.

Daniele Castrizio, L’incisore, Falzea editore, euro 13,50