LA RECENSIONE. Padre Pio il vero miracolo, di Matteo Cosenza (Rogiosi editore)

LA RECENSIONE. Padre Pio il vero miracolo, di Matteo Cosenza (Rogiosi editore)

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Si può in un libro di appena 111 pagine, compreso due prefazioni, riassumere il senso di una domanda che ci avvolge – tutti – da sempre sul perché un laico, e persino ateo, possa fino in fondo capire e intendere il sentimento religioso della fede? Sì, si può se si legge fino all’ultimo rigo il lavoro ultimo di Matteo Cosenza ‘’Padre Pio il vero miracolo’’ (Rogiosi editore), opera che il giornalista, oggi editorialista del Corriere del Mezzogiorno, ma poi tante e tante esperienze professionali e politiche, ha con grande coraggio intellettuale consegnato a noi tutti, credenti o no che siamo.

Padre Pio è Padre Pio, non servono spiegazioni. Matteo Cosenza venne inviato dal Mattino, dove allora lavorava, a seguire la veglia a 30 anni dalla morte del frate oggi Santo. Era il 1998 e poi sino al 2004.

  E lui andò, obbedendo al suo direttore e consegnandoci dei memorabili reportage riprodotti oggi nel libro su quel che avvenne a San Giovanni Rotondo. Ma poi il libro è tutto un percorso, personale e intimo, su quel che significa - per chi si confessa laico, ateo o, forse meglio, agnostico - il valore della fede. Dal matrimonio prima civile e poi ricelebrato dopo tanti anni in Chiesa, al senso del divino, alle parole della Bibbia e del Corano, letti e riletti, ai miracoli “… al miracolo delle persone che affidavano il loro cuore a un frate le cui membra (…) sanguinavano come quelle del Cristo in croce, Non capivo, non condividevo, non credevo, ma rispettavo quegli uomini e quelle donne e continuo a farlo”.

  Continua a farlo perché, come scrive padre Giancarlo Bregantini (Arcivescovo di Campobasso-Boiano) nella prefazione, “tutto il libro è attraversato da una parola magica: lo stupore!”. Stupore per la fede della gente umile, la sofferenza che diventa gemito, gli eventi esterni di folle e poi l’arte che ne ha raccolto il fascino come la Basilica ideata e progettata da Renzo Piano. Ma è anche lo stupore (ce lo ricorda Vittorio Del Tufo nella sua introduzione) del grande giornalismo “che quando si fa così resta ancora il mestiere piu’ bello del mondo’.

  Alla fine resta il vero miracolo di Padre Pio con Matteo Cosenza che forse avrebbe fatto felice la madre dell’autore alla quale il libro è dedicato “che avidamente leggeva i miei articoli, sperando, invano, che mi convertissi”. Se non un miracolo intero almeno un mezzo miracolo!