On. Lacquaniti (PD) su proposta di legge sul contrasto alle zoomafie ed ai reati contro gli animali

On. Lacquaniti (PD) su proposta di legge sul contrasto alle zoomafie ed ai reati contro gli animali
ReP

Il Trattato di Lisbona, ratificato dall'Italia nel 2008 ed entrato in vigore nel 2009, riconosce le esigenze in materia di benessere degli animali in quanto “esseri senzienti”. E la prima volta che un Trattato internazionale sancisce questa definizione. Purtroppo però l'Italia appare ancora molto lontana dal recepimento di questa mutata e nuova sensibilità. Numerosi sono i casi di violenza gratuita ai danni degli animali. Il caso della scorsa estate, in Valcamonica, vicino al passo Crocedomini, di un cane massacrato e lapidato senza alcun motivo da parte di alcuni allevatori; il caso dell’allevamento “Green Hill” di Montichiari, il famigerato allevamento-lager di beagle, assurto a caso nazionale, e che ha visto dopo una lunga battaglia giudiziaria, la condanna dei vertici aziendali da parte del Tribunale di Brescia; sono solo alcuni casi che ci dicono quanto il nostro Paese sia lontano dal concepire gli animali come “esseri senzienti”.
Ho depositato la mia proposta di legge per l’introduzione di nuove norme in materia di contrasto alle zoomafie ed ai reati contro gli animali.
Analizzando il costante aumento di denunce per i reati contro gli animali e preso atto della continua attività delle cosiddette zoomafie, che lucrano sugli animali attraverso traffici illegali e sfruttamento, con questa proposta di legge intervengo per migliorare la legislazione in vigore.

Innanzitutto ho proposto che la tutela degli animali non passi più attraverso la sola attestazione del sentimento di noi umani verso di loro, ma semplicemente per il loro essere "viventi". E’ una rivoluzione copernicana ma perfettamente in linea con le novità introdotte dal Trattato di Lisbona: all'animale viene, così, riconosciuto il diritto alla vita ed alla salute.
Inoltre ho ritenuto opportuno concentrarmi sull'inasprimento delle pene per chi abbandona un animale o lo detiene in condizioni incompatibili con la propria natura proponendo, per chi commette questi reati, l'arresto fino a 2 anni e l'ammenda da 5.000 a 20.000 euro.
Ho infine proposto la punibilità anche nei casi di colpa: chiunque cagiona la morte di un animale (per crudeltà o senza necessità), è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Chi, invece, ne cagiona una lesione o lo sottopone a sevizie o a fatiche innaturali è punito da 3 a 18 mesi di reclusione o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
Nel completare la mia proposta ho, infine, espresso la necessità di garantire l'effettiva vigilanza sul rispetto di tutte le norme per la tutela degli animali, ed ho perciò chiesto che questa venga affidata anche alle guardie particolari giurate delle associazioni protezionistiche e zoofile. Viene così sanata una situazione d’incertezza legislativa che negli anni ha visto sentenze contraddittorie sulla natura dei poteri delle guardie zoofile e venatorie volontarie.
L’auspicio è che la riforma di questa normativa possa favorire la diminuzione degli abbandoni e delle violenze e possa garantire una sempre maggiore tutela ambientale.

On. Luigi Lacquaniti (PD)