L'omosessualità di un boss è un danno per la sua reputazione? E' lite a Reggio TV

L'omosessualità di un boss è un danno per la sua reputazione? E' lite a Reggio TV
L’omosessualità di un boss è un pesante danno per la sua reputazione”. A parlare non è un picciotto machista scovato ad Archi o Secondigliano,  ma un legale per di più impegnato nell’ambito dei diritti civili. Il discorso riguarda Giovanni De Stefano, rampollo dell’omonima famiglia, che (secondo i giornalisti Claudio Cordova e Consolato Minniti ndr) , sarebbe stato oggetto di lettere d’amore da parte del luogotenente della cosca, tale Stefano Musarella. Lettere che non provano al momento nulla, ma che sicuramente rompono col pregiudizio di una visione del ‘ndranghetista virile e tutta d’un pezzo.

Klaus Davi, ospite a Reggio Tv visibile al link https://www.youtube.com/watch?v=mry0JSc_ysI, critica i legali del De Stefano documentando  atteggiamento reticente sul tema, ma l’avvocato Maria Antonia Belgio Presidente della Lega italiana dei Diritti dell’Uomo onlus (Lidu), presente in studio difende i colleghi “l’omosessualità per un mafioso è un pesante danno per la sua reputazione, capisco il mio collega. Il suo scoop avrebbe rovinato il boss in questione”. E inevitabilmente scoppia la polemica.

La trasmissione registrata qualche settimana fa torna d’attualità alla luce delle parole di Roberto Saviano, che sull’Huffington Post proprio in queste ore, smentisce gli alfieri della virilità dei boss a tutti i costi: “La vecchia mafia -  scrive infatti  l’autore di Gomorra  dando rilevanza  al tema che invece nello studio tv veniva bollato come marginale - non poteva sopportare relazioni extra-coniugali, l'omosessualità, il divorzio. Atteggiamenti e scelte che invece ora appartengono ai nuovi esponenti mafiosi” ( http://www.huffingtonpost.it/2016/04/09/saviano-riina-vespa_n_9649558.html?utm_hp_ref=italy).

Insomma, secondo i leguleidella ‘Ndrangheta, Saviano perderebbe  tempo a parlare di cose irrilevanti e per di più in occasione di un tema marginale come quello del suo intervento in merito all’intervista di Vespa al figlio di Riina: “se un mafioso accetta una intervista televisiva è soltanto perché vuole lanciare degli avvertimenti" e che “Salvo Riina ha fatto capire che la vecchia mafia, con i codici e le regole di una volta, non esiste più. Ma rivendica che la loro era la vera mafia".