Ma perché la Calabria è terra di ‘ndrangheta? Gangemi ha proposto due possibili risposte . Una vede una Calabria fatta di piccoli paesi sperduti dove, fino ai primi anni '70, lo Stato di fatto era assente, spingendo la gente ad affidarsi a una specie di "Stato parallelo" malavitoso per risolvere le piccole e meno piccole problematiche che oggi noi affideremmo ad un tribunale civile. Dove lo Stato non c’era, l’”Onorata Società” riuscì a sostituirlo e a raccogliere così il consenso della popolazione. Non fosse così, sostiene Gangemi, per giustificare il largo consenso che la cosiddetta "Onorata società" ebbe, non resterebbe che Lombroso con le sue teorie, secondo le quali i meridionali, i calabresi in particolare, sarebbero criminali atavici a causa di malformazioni nella scatola cranica che li porterebbero inevitabilmente a delinquere. Gangemi rifiuta la posizione di Lombroso, bollata pure dalla scienza ufficiale e più realisticamente ritiene che la piaga della ‘ndrangheta sia da attribuire agli anni di assenza dello Stato in questi territori. Il messaggio che ha rivolto agli studenti sostiene che non è la presenza della mafia che crea arretratezza ma sono gli orizzonti ristretti che, condividendone la mentalità, alimentano e fanno arricchire la ‘ndrangheta. “Da noi c’è un’arretratezza sociale, culturale, economica e di idee che ancora produce 'ndrangheta, non è il contrario". A conclusione della sua lezione, due frasi racchiudono il suo pensiero etico ed artistico: “Senza diventare un eroe, per quello che posso collaboro, anche nelle scuole, per costruire idee nuove che concorrano a sconfiggere l’idea malata della 'ndrangheta. La mafia non si distrugge soltanto con i molti successi investigativi e i molti arresti ma anche incidendo per costruire una mentalità nuova, fatta di idee, pensieri e parole di legalità e civiltà”.
Unical, lezione di Mimmo Gangemi al corso di Scienze Pedagogiche
Ma perché la Calabria è terra di ‘ndrangheta? Gangemi ha proposto due possibili risposte . Una vede una Calabria fatta di piccoli paesi sperduti dove, fino ai primi anni '70, lo Stato di fatto era assente, spingendo la gente ad affidarsi a una specie di "Stato parallelo" malavitoso per risolvere le piccole e meno piccole problematiche che oggi noi affideremmo ad un tribunale civile. Dove lo Stato non c’era, l’”Onorata Società” riuscì a sostituirlo e a raccogliere così il consenso della popolazione. Non fosse così, sostiene Gangemi, per giustificare il largo consenso che la cosiddetta "Onorata società" ebbe, non resterebbe che Lombroso con le sue teorie, secondo le quali i meridionali, i calabresi in particolare, sarebbero criminali atavici a causa di malformazioni nella scatola cranica che li porterebbero inevitabilmente a delinquere. Gangemi rifiuta la posizione di Lombroso, bollata pure dalla scienza ufficiale e più realisticamente ritiene che la piaga della ‘ndrangheta sia da attribuire agli anni di assenza dello Stato in questi territori. Il messaggio che ha rivolto agli studenti sostiene che non è la presenza della mafia che crea arretratezza ma sono gli orizzonti ristretti che, condividendone la mentalità, alimentano e fanno arricchire la ‘ndrangheta. “Da noi c’è un’arretratezza sociale, culturale, economica e di idee che ancora produce 'ndrangheta, non è il contrario". A conclusione della sua lezione, due frasi racchiudono il suo pensiero etico ed artistico: “Senza diventare un eroe, per quello che posso collaboro, anche nelle scuole, per costruire idee nuove che concorrano a sconfiggere l’idea malata della 'ndrangheta. La mafia non si distrugge soltanto con i molti successi investigativi e i molti arresti ma anche incidendo per costruire una mentalità nuova, fatta di idee, pensieri e parole di legalità e civiltà”.