L’INTERVENTO. Olivero e la Calabria normale. F VELTRI

L’INTERVENTO. Olivero e la Calabria normale. F VELTRI

lvr      dI FILIPPO VELTRI* - Rischia di passare inosservato il richiamo che il presidente della Regione Mario Oliverio sta facendo in queste ore sulla necessità di avere una Calabria normale come principale obiettivo del suo mandato di governo.

Presi dalla bagarre amministrativa e dal toto assessori, l’opinione pubblica non presta infatti sufficiente attenzione alle cose che Oliverio dice e fa: la prima uscita pubblica del Presidente (attenzione a chiamarlo Governatore che s’arrabbia, ed è già qui una novità) e’ stata – non a caso - sabato sera alla premiazione di un concorso letterario indetto da un’associazione di donne di Marcellinara e in cui hanno vinto ovviamente solo scrittrici donne. E lui – premiando Adele Cambria, la più nota in tutt’ Italia delle scrittrici nate in Calabria – ha fatto un numero sul fatto che bisogna valorizzare le cose belle e positive che si fanno dalle nostre parti. Ovviamente lui sa bene quante e quali sono le cose negative ma tiene a sottolineare come la sua mission sia, appunto, quella di fare della Calabria una regione normale.

Questo sottintende – ma non e’ compito suo, ma nostro – che ci sia una racconto finalmente normale della Calabria. Un narrazione – come da tempo stiamo cercando di fare – normale della nostra terra, in cui niente si sottace e niente si enfatizza oltre il dovuto. Negli anni che ci lasciamo alle spalle il rischio concreto era quello che la normalità venisse scambiata con l’omertà o, peggio, con l’acritica esaltazione di un passato glorioso (dalla Magna Grecia in su), il tutto condito con il tradizionale assalto ai nemici della Calabria. Al Nord cattivo e/o alla grande stampa in nome di una calabresità deteriore e vittimista.

Con Oliverio abbiamo finalmente la possibilità che quella normalità conti e vinca per quello che è: siamo, cioè, una terra con mille e uno problemi ma possiamo farcela tutti quanti assieme per restituire alla fine un’immagine di noi stessi finalmente più vera. Questa e’ la sintesi della normalità, dopo anni di traduzioni a proprio uso e consumo di questa parolina magica.

Se la Calabria è davvero ‘’la madre di tutte le battaglie’’ come ha detto il premier Renzi allora noi abbiamo bisogno – tutti, Oliverio e non solo – che vinca l’idea di uno sforzo collettivo, comune, non di un uomo solo al comando; in cui tutti devono osare e fare di più. ‘’Abbiamo bisogno – ha detto Oliverio alla conferenza stampa di presentazione alcuni giorni fa - di recuperare una dimensione etica alla funzione istituzionale e di rappresentanza. La Regione deve essere un palazzo di vetro e chiunque deve sapere che se si tracima da questo dato non ci sarà clemenza per nessuno a partire dal sottoscritto. Questo concetto deve essere chiaro perché noi abbiamo bisogno di recuperare fiducia nelle istituzioni, quella stessa fiducia che, è undato, in questo momento è nell'angolo. Per recuperare fiducia abbiamo bisogno di un agire, di una condotta delle istituzioni che sia trasparente e improntata al merito. Solo attraverso questa impostazione
possiamo avere la forza per affrontare la gravità della situazione. Non è moralismo. E' una considerazione culturale e politica di fondo. Su questo terreno noi ci impegneremo con molta determinazione".

Dunque, la dimensione etica primo passo di quella normalita’ e poi tanti e tanti comportamenti singoli, di gruppi, di associazioni, di privati che non rimandino la palla nel territorio avverso in attesa che altri facciano prima di noi qualcosa e poi noi, magari, ci adeguiamo. No: non e’ cosi’ che si costruisce quella Calabria normale. Ognuno – come ci insegna quotidianamente don Luigi Ciotti - faccia la propria parte fino in fondo e le cose cambieranno.

*Editorialista del Quotidiano