ALLARME INTIMIDAZIONI AI GIORNALISTI, CALABRIA AL TERZO POSTO

ALLARME INTIMIDAZIONI AI GIORNALISTI, CALABRIA AL TERZO POSTO
Scusate se oggi parliamo di noi, cioè di noi giornalisti e dire che non c’è solo Report e non c’è solo Ranucci. Ormai infatti è allarme e andrebbe gridato forte, anche dalla Calabria dove i casi ci sono stati e ci sono e tra l’altro ci riguardano molto da vicino. Michele Albanese ne sa qualcosa, sotto scorta da tantissimi anni. 
Sono infatti ora disponibili i dati del primo semestre 2025 relativi alle aggressioni, minacce e intimidazioni ai giornalisti. Il report è della Criminalpol e vi partecipano attivamente l’Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione della Stampa. In base alla relazione sono 81 gli episodi di intimidazioni nei confronti di giornalisti censiti nel primo semestre del 2025, un
aumento del 76% rispetto ai 46 episodi dello stesso periodo del 2024.

Degli 81 episodi 40 sono riconducibili a contesti socio/politici, 28 a contesti di criminalità comune, 11 a contesti di criminalità organizzata e 2 ad altri contesti. Degli 81 atti intimidatori 31 i casi di intimidazione perpetrati via web. Gli altri modus operandi più utilizzati sono stati scritte ingiuriose/minacciose: 18 (6 nel 2024); aggressioni fisiche: 16 (7
nel 2024); minacce verbali: 12 (8 nel 2024); danneggiamenti 4, (10 nel 2024). Sono 20 gli episodi che hanno riguardato le giornaliste nei primi 6 mesi del 2025; 46 quelli di cui sono stati vittime colleghi uomini, mentre 15 sono stati i casi registrati contro  redazioni  giornalistiche, troupe non meglio specificate o relativi a minacce generiche rivolte alla figura del giornalista (ad esempio striscioni esposti durante eventi sportivi).

La Criminalpol conferma che tra le regioni più pericolose per gli operatori dell’informazione ci sono il Lazio, la Lombardia e la Campania; seguono Calabria, Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia; mentre le province in cui è stato rilevato il maggior numero di episodi sono Roma (con 16 episodi) e Napoli (7 episodi), seguite da Cosenza e Milano con 5 eventi ciascuna e Torino (4 eventi). In tutto 16 le regioni dove si sono verificate le intimidazioni, con le prime 7 regioni che hanno fatto registrare l’81,5% del totale delle intimidazioni e contrasto.

Il nuovo report introduce una nuova classificazione delle matrici delle minacce al fine di pervenire ad un maggior dettaglio sul contesto originatore degli episodi. In tale ottica, sono stati riesaminati, per gli anni 2024 e 2025, gli atti intimidatori già incasellati nella matrice “altri contesti”, suddividendoli in “criminalità comune” e – quale ipotesi residuale – “altri contesti”, dove confluiranno tutti gli atti non rientranti inequivocabilmente nelle altre tre categorie (“socio-politici, “criminalità organizzata” e “criminalità comune”). L’esito di tale nuova classificazione ha permesso di analizzare gli 81 episodi intimidatori (+ 76% rispetto
ai 46 episodi dell’analogo periodo del 2024) sotto una nuova prospettiva.

In particolare, nel periodo in esame si evidenzia la conferma della tendenza rilevata negli ultimi anni in ordine alla preponderanza di episodi di matrice socio-politica (40) seguita da eventi riconducibili alla criminalità comune (28), mentre restano sempre contenuti (11) i casi riconducibili a contesti di criminalità organizzata (concentrati in Campania 5, Lazio 3, Calabria 2 e Sicilia 1) e quasi statisticamente irrilevanti gli altri contesti (2). Le province in cui è stato rilevato il maggior numero di episodi sono Roma (con 16 episodi), Napoli (con 7 episodi), seguite da Cosenza e Milano con 5 eventi ciascuna. Nel primo semestre 2025 sono
stati segnalati 31 episodi intimidatori perpetrati via web. I mezzi più utilizzati sono risultati le mail e gli altri contenuti online (15), seguiti dai social Facebook (8), Instagram (4), X-witter (3) e Whatsapp (1).

Nel medesimo periodo del 2024, in ambito web, sono stati segnalati 13 eventi complessivi, di cui 7 consumati tramite mail e gli altri contenuti online, 5 su Facebook ed 1 Instagram. Gli altri modus operandi maggiormente utilizzati sono stati: scritte ingiuriose/minacciose 18 (22,2%), (6 nel 2024); aggressioni fisiche 16 (19,7%), (7 nel 2024); minacce verbali 12 (14,8%), (8 nel 2024); danneggiamenti 4 (5%), (10 nel 2024). In tutto questo – e le cifre e i numeri sono importanti perché parlano da sole - nulla è stato fatto sul nodo delle querele, l’altro e forse principale modo utilizzato per intimidire i giornalisti. Anzi: a sentire le ultime reazioni di un paio di due giorni fa si andrà avanti!