di MARIA FRANCO -“Come tutti i calabresi ‘fuori’, anche i Bronzi, per Natale, tornano a casa”.
Questo commento al ritorno dei Bronzi al Museo Archeologico l’ho letto, qualche giorno fa, su “Lo Statale Jonico” un “sito web per l’emancipazione della satira in Calabria”
e l’ho trovato, come è normale per la satira, divertente e amaro nello stesso tempo.
Un po’ per i Bronzi – che, come tanti altri, non vorrei passassero dal ruolo, risultato troppo annoso, di emigrati nella sede del Consiglio regionale a quello di immigrati solitari in casa loro, ovvero che bisognasse aspettare troppo perché il Museo riapra: con tutte le sue ricchezze in bella mostra.
Un po’ per i calabresi il cui ritorno a casa, anche transitorio e festivo, riguarda molto, molto meno di tutti e, tra i tutti, ce ne saranno sicuramente tanti che vorrebbero e non possono tornarci.
Ma lo stare a casa dei Bronzi, finalmente, è di quelle cose che, già a saperle e a saperle confermate da piccoli indizi, fa bene a Reggio e al modo in cui dovremmo trattare ciò che la storia ci ha lasciato.
Quest’ultima foto che il ministro Bray ha pubblicato su twitter la vorrei proporre ai reggini e a chiunque ami la Calabria come “la più bella illuminazione del Natale 2013”. Non lo sarà tecnicamente, ma fa lo stesso.
Abbiamo – immeritatamente – ereditato un tesoro (di cui i Bronzi sono solo una parte) che dovremmo saper investire per noi e per le generazioni future.