di MARIA FRANCO
In un concorso recentemente svolto da un’industria italiana, senza rivelare ai valutatori i nomi dei concorrenti, su dieci vincitori, 9 sono risultate donne. Ci fossero state le quote rosa, quattro di loro sarebbero state scartate a favore di uomini pur, evidentemente, considerati meno bravi.
Riconosco che, senza le quote rosa, in politica e ai gradi altissimi della burocrazia e dell’industria, non si arriverebbe neppure nei prossimi dieci anni, per l’immobilismo della nostra pur frenetica società, ad avere un numero decente di donne nei posti chiave. Ma non mi piacciono ugualmente.
Come non mi piacciono le quote giovani (che, pure, riconosco utili, per i motivi di cui sopra).
Uomo, donna, giovane, anziano, biondo e longilineo, tarchiata e castana slavata, mi piacerebbe che, in politica e altrove, dominassero le quote competenza.
Ma otto donne su sedici ministri restano un fatto importante. Potenzialmente decisivo per smuovere molte rigidità ancora presenti e nella realtà e nella mentalità del nostro paese.
In attesa delle prime mosse delle neoministre, oggi i siti online dei vari giornali nazionali insistono – molto – sul loro look. Un po’ per fare “colore”. Tanto perché il gossip riempie ormai pagine di quotidiani che, un tempo, ne avrebbero avuto pressoché ribrezzo. In ogni caso, per le donne, anche per le donne della politica e delle istituzioni, pare che il modo di vestirsi sia diventato, ormai, il primo, importante esame da superare. Molto di più rispetto ad epoche in cui, pure, erano molto meno autonome e libere.
E se ormai si scrivono paginate anche sul look maschile – dal maglione di Marchionne al giubbotto da Fonzie di Renzi – sul look femminile si possono imbastire veri e propri trattati. Di fatto, che, lo si voglia o meno, una modalità che finisce con l'essere discriminante.
Ieri, subito dopo la lettura della lista dei ministri, avevo letto, su fb, parecchi commenti, alcuni entusiasti, altri acidi, ma tutti più o meno "politici" o meglio "partitici", sulla nomina di Maria Carmela Lanzetta. I commenti di oggi riguardano i suoi stivali (che a me vanno benissimo, come tutte le altre mise delle ministre, ognuna avendo rispettato il suo modo d'essere).
Mi piacerebbe che, a breve, si possa dibattere delle novità che la ministra Lanzetta e le altre, (continuando a vestirsi ciascuna come meglio le pare) proveranno (spero) a immettere nel nostro quotidiano.