La World Trade Organization (WTO) ha stabilito che la guerra tra Cina e Stati Uniti sia stata la causa principale della frenata economica mondiale. Infatti, le stime di crescita si sono ulteriormente assottigliate, dimezzandosi rispetto alle già deboli previsioni di inizio anno. Ad agosto, gli scambi tra i due Paesi si sono contratti del 10%.
Ma chiunque visitasse la Cina di oggi non avrebbe alcun elemento visibile per constatare questo rallentamento.
Anzi, vedrebbe un Paese tutto proiettato alla crescita e all’ammodernamento delle infrastrutture fisiche, alla costruzione di migliaia di nuovi grattacieli che si stanno realizzando in tutte le città cinesi: dalle più grandi a quelle medie e a quelle piccole abitate da “solo” [*]pochi milioni di abitanti (più grandi di Roma e Milano).
Allo sviluppo di un Piano Industriale che punta tutto su Big Data, Intelligenza Artificiale, Robotica e sulle Nuove Tecnologie.
Ad ottobre il Governo cinese ha inaugurato - con Huawei - il lancio del 5G, in sostanza una tecnologia che permetterà agli smartphone di collegarsi, a velocità sinora inimmaginabile, a connessioni multiple di miliardi di dispositivi alla stessa rete.
In questi giorni si è tenuto a Shangai il 2° China International Import Expo, che segue quello tenuto solo un anno fa, al quale hanno partecipato 150 Paesi e 3600 espositori.
Perché l’obiettivo della Dirigenza cinese è quello di “migliorare il sistema socialista, formare e sviluppare la leadership del Partito e la civiltà economica, politica, culturale, sociale, ecologica…e migliorare la governance dello Stato e raggiungere risultati storici…creare milioni di posti di lavoro, crescere e estendere i servizi a tutti i cinesi, anche a quelli che ancora vivono in condizioni di povertà e indigenza. (N.B. le parti virgolettate sono tratte da Il comunicato della Quarta sessione plenaria del 19 ° Comitato centrale del Partito Comunista Cinese - 31-10-2019 Fonte: Xinhuanet).
Perché l’obiettivo è quello di affrontare “le crescenti sfide” sia “in Patria che all’estero” tenendo alto lo “stendardo del Socialismo con caratteristiche cinesi, aderendo “al marxismo-leninismo, al pensiero di Mao Zedong, alla teoria di Deng Xiaoping” e alla guida di XiJinping”.
In sostanza, Xi e i 7 capi, che comandano in Cina, capiscono che lo sviluppo economico che hanno realizzato in pochi decenni è inarrestabile e che, se vogliono mantenere il Potere, devono, da un lato, accelerare lo sviluppo per portare benessere a circa un miliardo di cinesi sinora esclusi dalla crescita e dalla modernizzazione e, dall’altro, serrare le fila, attuando nuovi e più sofisticati sistemi di controllo. Perché in Cina si sta formando una Mid Class che, per ora, è soddisfatta per il benessere raggiunto, ma che tra qualche decennio porrà il problema del Potere e della Partecipazione Democratica.
Basta pensare alle nuove generazioni che assumono sempre di più mode e abitudini occidentali o agli scienziati che, grazie al 3% del PIL investito nella Ricerca, sono diventati più di 1,5 milioni che pubblicano 570 mila articoli (raggiungendo gli USA, mentre solo pochi anni fa il rapporto era di 1 a 11) su Riviste Scientifiche Internazionali.
Sino ad oggi il Sistema ha tenuto bene perché ha scelto “l'economia multi-proprietà”, sviluppo e distribuzione della ricchezza con al centro la creazione di nuovi posti di lavoro, e perché “coesiste il sistema socialista con l'economia di mercato”. La cosa che colpisce di più, ma che è - in ultima analisi - il motivo per cui la Cina è diventata la seconda economia mondiale è l’adozione del “Centralismo Capitalistico”. In pratica, prendono tutti i vantaggi dell’uno e dell’altro: il Capitalismo che si è dimostrato – purtroppo: per le contraddizioni e le crescenti disparità e ingiustizie - il sistema più efficace e rapido nel produrre ricchezza e il Centralismo che permette delle decisioni rapide, senza lacci o laccioli, senza dover sottostare ad altri Poteri, senza conflitti.
Nell’era maoista, con la Politica del Grande Balzo, milioni di cinesi venivano spostati dalle città alle campagne - oggi la stessa migrazione avviene all’incontrario. Lo Stato si riprende le terre che aveva concesso ai contadini per realizzare grattacieli e dà loro un appartamento e un lavoro nei servizi.
Nasce così una forma ibrida di proprietà privata al fine di “migliorare il sistema di proprietà delle persone” e “sviluppare la democrazia socialista nell’ambito della Governance del Partito” e “creare un nuovo sistema…controllato dal popolo” (dal PCC), per migliorare l'efficienza amministrativa e creare servizi di cui il popolo sia soddisfatto”.
Incomincia a nascere un Modello di Welfare che risponde alla nuova domanda di servizi della nuova classe media, per “migliorare il sistema di sicurezza e del sostentamento delle persone nelle aree urbane e rurali per soddisfare le crescenti esigenze delle persone per una vita migliore, per migliorare il benessere delle persone”.
Ecco perché, oggi, finalmente, la Cina si pone il problema ambientale. Il forte inquinamento - per l’uso eccessivo di carbone scadente per la produzione di energia che doveva alimentare un’economia che ha marciato a tassi di crescita superiori al 10% - ha reso le grandi città tra le più inquinate al mondo. Ecco perché dopo aver rifiutato il Protocollo di Kyoto (2013) e Parigi (2016), nel 2017 aderisce – assieme all’India - alla Conferenza ONU sul clima di Bonn e inizia una riconversione ecologica di cui già si avvertono i primi segnali positivi. Infatti, la Cina è divenuta il primo mercato mondiale dell’automotive superando gli USA già nel 2015.
Nel 2017 le auto elettriche e ibride hanno superato il milione di unità, nel 2020 saranno 5 milioni. Sono già decine di milioni i motorini e le bici elettriche usate dai cinesi: la Cina vuole diventare il primo produttore mondiale di macchine elettriche. Il Governo cinese“ s’impegna a migliorare il sistema di civiltà ecologica e promuovere l'armoniosa convivenza tra uomo e natura” e avviare un piano del millennio per lo sviluppo sostenibile della nazione cinese diffondendo il “modello Jinshan Yinshan” (cittadina verde vicino a Shanghai), per il risparmio delle risorse e la protezione dell'ambiente…migliorando il sistema di protezione e ripristino ecologico”.
In quest’ambito, colgono - in anticipo - la sfida dei prossimi anni e attrezzano il Paese alla produzione e consumo di energia pulita, sviluppando il comparto, acquisendo tecnologie e sviluppando la ricerca, per esempio nella produzione delle batterie al Litio per essere pronti a sostenere lo sviluppo del trasporto elettrico che già tra pochi anni s’imporrà sul trasporto alimentato da idrocarburi.
Da ciò l’esigenza di accaparrarsi i metalli rari (cobalto, litio…) che si trovano, prevalentemente in Africa, acquisendo i giacimenti in Congo, Namibia, Niger, Costa d’Avorio, sicché le Società Minerarie Cinesi (a Partecipazione Statale) come Glencore, China Molybdenum, Tenke hanno acquisito l’84% delle concessioni minerarie africane.[†]
La Catl, valutata 20 miliardi, sta realizzando a Ningdeun nuovo stabilimento per le batterie che ne quintuplicherà la produzione facendola salire al primo posto nella classifica mondiale. Insomma, la Cina ha tutti gli strumenti, umani, tecnologici, finanziari per poter vincere la sfida dei prossimi anni e avrà una strada tutta in discesa fino a quando riuscirà a gestire le molte contraddizioni interne e i Concorrenti Esterni si presenteranno con l’ottuso e antistorico protezionismo trumpiano, la Russia con la minacciosa e poco rassicurante visione da guerra fredda e l’Europa divisa in piccoli statarelli senza una visione e politica comune.