Nel momento in cui si pensa a ulteriori e più stringenti misure per contrastare il contagio da Covid 19, appare chiaro che sul tema apertura delle scuole o dad l’ultima parola spetti alla scienza. Cionondimeno, oramai c’è sufficiente concordia nel considerare la didattica a distanza solo un male minore, un male necessario. Sono infatti numerosi i problemi che essa genera per i bambini, sia a livello didattico, sia a livello psicologico. Inoltre, la didattica a distanza contribuisce ad acuire le diseguaglianze, come testimoniano diversi studi compiuti negli Stati Uniti. Ne illustriamo alcuni, mettendo dentro anche testimonianze dirette raccolte da media americani.
Due genitori di San Francisco hanno rilevato direttamente gli effetti determinati sui loro bambini dall’essere lasciati da soli davanti alla tecnologia. Il figlio di 6 anni si è adattato rapidamente: ha imparato a leggere con successo durante la prima elementare, anche se la maggior parte delle sue lezioni sono state su Zoom; si tiene in contatto con gli amici su FaceTime e sul videogioco Roblox; prende lezioni di batteria online; guarda alcuni spettacoli che gli piacciono; continua a uscire per andare in bicicletta e suonare vicino casa. L'adattamento è stato più difficile per la seconda elementare, quando non aveva i suoi amici, e così ha iniziato ad avere emicranie. Di conseguenza, gli è stato ancora dato il permesso di passare del tempo al computer, ma facendo più pause fuori ed evitando i fattori scatenanti dell'emicrania come fame, disidratazione, mancanza di sonno.
Per i bambini più grandi è stato molto più difficile perché ricordano cosa era veramente la scuola “prima”, e il cambiamento è stato repentino e devastante. Per alcuni bambini, però, la tecnologia è stata l'ancora di salvezza che li tiene in contatto con gli amici e li aiuta a mantenere le abilità sociali. Per altri, al contrario, è incapace di colmare le lacune nella loro istruzione e la loro salute mentale. Secondo numerosi studi con sondaggi tra le famiglie, le conseguenze di questo involontario esperimento sullo schermo sono ancora oscure e gli effetti potrebbero richiedere anni per essere compresi. L'azienda Bark, che monitora l'utilizzo di Internet da parte di oltre 5 milioni di bambini, ha rilevato un aumento del 144% del numero di messaggi inviati e ricevuti online dai bambini nel 2020 rispetto all'anno precedente. Nel contempo, un rapporto del Pew Research Center di ottobre ha rilevato che il 63% dei genitori con bambini in età scolare era più preoccupato per il tempo davanti allo schermo rispetto a prima della pandemia di coronavirus . Più della metà dei genitori intervistati lo era anche per la capacità dei propri figli di mantenere amicizie e altri legami sociali.
Ma l’impatto della dad non è uguale per tutti. Le ricerche suggeriscono che farà male a tutti i bambini, ma a vari livelli. Uno studio di dicembre della società di consulenza McKinsey & Co. stima che il passaggio alla dad in primavera ha portato gli studenti bianchi indietro da uno a tre mesi in matematica e gli studenti di colore da tre a cinque.
Secondo Ann Masten, professoressa di sviluppo infantile presso l'Università del Minnesota, il covid è stato una catastrofe per l'istruzione, in particolare per i bambini svantaggiati, ma nell'ultimo anno i computer hanno reso possibili cose, come l'istruzione e la comunicazione, che sono state importanti per far superare alle persone il periodo di isolamento.
Ritiene tuttavia che la pandemia aggraverà le disparità per i bambini che si trovavano già in situazioni difficili prima della chiusura: coloro i cui genitori hanno perso il lavoro o la casa, che lottano contro l'insicurezza alimentare o che hanno a che fare con il razzismo. O per bambini le cui esigenze non possono essere soddisfatte a distanza: l’esempio viene da un bambino di 8 anni. La madre lo definisce brillante e curioso, anche se lotta con la regolazione emotiva e le interazioni sociali. Stava facendo progressi prima della pandemia, fruendo di un servizio di supporto e di linguaggio a tempo pieno nella sua scuola, e per la prima volta faceva amicizia con altri bambini. Ora, invece, si rifiuta di partecipare a sessioni online dopo aver fallito nel connettersi con il nuovo insegnante. A volte pensa che gli altri bambini in classe lo stiano fissando. E sua sorella maggiore ha iniziato a imitare alcuni dei suoi meccanismi per richiedere attenzione, come le urla acute. Insomma, la didattica a distanza in casi come questo è un vero dramma. Per molti bambini, i cui genitori non sono in grado di stare a casa per sorvegliarli e guidarli, la scuola a distanza è tutt'altro che adeguata.
Anche negli scenari migliori, un anno nella vita di un bambino può sembrare incredibilmente lungo. Il loro cervello si sta ancora sviluppando e stanno imparando abilità sociali chiave, oltre alle materie scolastiche. Altro tema è quello relativo alla scomparsa di studenti che non si sono affatto collegati da remoto e che le scuole non sono state in grado di rintracciare, con conseguenze certe e negative sui tassi di abbandono scolastico.
In ogni caso già adesso, anche se non in maniera definitiva, si può verificare che gli esperti, che temevano che milioni di bambini sarebbero rimasti indietro con l’apprendimento, avevano ragione. I dati, inoltre, dicono che gli studenti di colore e quelli delle comunità più povere fanno registrare un maggiore ritardo, aggravando le diseguaglianze già esistenti. Uno studio pubblicato da McKinsey & Co . stima che il passaggio alla dad ha riportato gli studenti bianchi indietro da uno a tre mesi in matematica, mentre gli studenti di colore hanno perso da tre a cinque mesi.
La ricerca solleva domande su come i bambini americani potranno riprendersi una volta che la pandemia sarà finita e su come gli educatori possono provare a mitigare le lacune fino ad allora. Gli esperti dicono che i programmi di tutoraggio ad alta intensità e le scuole estive hanno moltissimo successo. Il problema sta nei costi esorbitanti per raggiungere tutti gli studenti che ne avranno bisogno. La didattica a distanza, a proposito di diseguaglianze, privilegia i bambini che hanno luoghi tranquilli in cui lavorare, i genitori a casa a supporto, e un servizio internet affidabile. D’altronde, anche famiglie benestanti trovano difficile mantenere i bambini impegnati online ed emotivamente sani.
Gli studenti neri e ispanici hanno meno probabilità di avere computer e accesso a internet: in primavera, il 79% degli studenti neri aveva un dispositivo per fare lezione, in autunno l'89 per cento, dato ancora inferiore al quasi 93% degli studenti bianchi.
Un’altra ricerca (Malkus) rileva che i bambini nei distretti ad alta povertà hanno perso in media circa 12 giorni di lezione durante l'apprendimento a distanza, rispetto agli otto giorni nelle scuole a bassa povertà. In Connecticut, la frequenza di studenti neri, latini e "bisognosi" (con disabilità o provenienti da famiglie a basso reddito) è diminuita di circa il 5% quest'anno e il calo è stato ben peggiore nei distretti situati in alcune delle città più povere dello Stato.
Nelle scuole pubbliche di Chicago le iscrizioni tra i bambini neri in età prescolare sono diminuite del 44% e di quasi il 30% per i bambini latini, entrambe cifre maggiori rispetto a quelle dei bambini bianchi e asiatici. L'evidenza delle perdite di apprendimento proviene a livello nazionale dall’analisi McKinsey sui risultati dei test al rientro a scuola in autunno, ma anche dagli stessi distretti scolastici, che hanno segnalato picchi nel numero di voti insoddisfacenti assegnati dagli insegnanti in autunno, a dimostrazione del fatto che le perdite di apprendimento, iniziate durante il primo lockdown, sono proseguite durante il secondo. I risultati peggiori, manco a dirlo, si sono registrati per gli studenti neri e latini, per quelli delle famiglie a basso reddito, per gli studenti con disabilità. A quest’ultimo proposito, un caso particolarmente doloroso riguarda un bambino di 9 anni che soffre di una disabilità di lettura. La madre ha raccontato che si sforza di leggere, sbattendo le palpebre per il dolore e la confusione. Riceve aiuto dal suo insegnante e da quello di sostegno, oltre che dalla madre, ma nonostante ciò rimane molto indietro ed è tornato a scrivere le lettere al contrario. Prima della pandemia poteva scandire una frase e copiarla in maniera leggibile; ora, solo occasionalmente si trova una parola riconoscibile nei suoi scarabocchi.
Altra particolarità rilevata dalla ricerca nazionale: le perdite di matematica sono maggiori delle perdite di lettura. Secondo gli esperti, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i concetti di matematica sono diversi ogni anno - imparare a moltiplicare è diverso dall’imparare le frazioni - mentre la lettura implica abilità simili che si approfondiscono andando avanti. Inoltre, è possibile che i genitori siano meglio attrezzati per aiutare con la lettura che con la matematica. Lo studio di McKinsey & Co. prevede che gli studenti bianchi perderanno da sette a otto mesi di matematica e quelli di colore da 11 a 12 mesi.
Ed ecco alcune proposte per cercare di porre rimedio ai disastri provocati dalla pandemia nell’istruzione.
Ad esempio, l'aumento del tutoraggio ad alta intensità, che, tuttavia, per coprire la metà di tutti gli studenti statunitensi costerebbe ben 66 miliardi di dollari. Oppure corsi estivi per piccoli gruppi, anch’essi costosissimi. Un’interessante ed efficace esperienza è stata realizzata durante l'estate da una scuola elementare di Milwaukee. È stato realizzato un programma di tutoraggio online mettendo in coppia insegnanti e studenti universitari, molti dei quali neri, con circa 30 bambini per lo più neri per un massimo di quattro ore di lezioni video individuali al giorno. I test hanno mostrato che i partecipanti hanno fatto, in media, 2 mesi e mezzo di progressi in un mese estivo. Gli insegnanti hanno riferito che i partecipanti erano meglio preparati per la scuola questo autunno rispetto ai loro coetanei.
Questo, per grandi linee, il quadro della situazione dell’istruzione, e dello stato psicologico degli studenti, negli USA È lecito attendersi, purtroppo, che in Italia le cose non vadano meglio.