Sul palco con lui, Daniela Mazzeo, che conduce la serata, Franco Arcidiaco, editore di Città del Sole e Irene Polimeni, attrice.
Edizione rinnovata e integrata del suo primo "Chiudi e vai!", comunque già reduce di successo, questa versione, con cinque nuovi racconti, viene battezzata in una maniera alquanto originale.
Alcuni colleghi ferrovieri capi-stazione, capi-treno e non, leggono brani del libro e approfittano per porre allo scrittore-ferroviere-capotreno-esistenziale, liberamente, alcune domande.
Apre la lettura Irene Polimeni, che ci propone alcuni ritagli del brano di apertura del libro.
Poi, in successione, presentati dalla Mazzeo, salgono sul palco Antonio Porcino, Stellario Rato, Nino Cervettini, Luisa Romeo e Maria Calabrò.
Ognuno di loro legge un brano del libro, quello che li ha più colpiti, quello che sentono più vicino, forse quello che hanno vissuto.
Non sono attori, non sono lettori di professione, è gente comune, come noi che ascoltiamo. In armonia con il principio di realtà
Ed è il tocco originale di questa presentazione, la realtà raccontata dalla realtà.
Chiude la processione dei ferrovieri Maria Calabrò, sorella del narratore e ferroviere anch'ella. Legge un brano rivolto al padre, al quale peraltro il libro è dedicato. Una breve ondata di emozione, che si risolve in una risata liberatrice alla domanda: "dimmi, fratello, ora che affermi di essere cresciuto e responsabile, perché impiccavi le mie tenere bambole?". Un applauso accompagna le risa. Chissà se papà Calabrò, con la complicità del buio, ha ceduto alla commozione.
Ancora la Polimeni chiude con l'ultima corsa raccontata, "..Chiudi e vai!, e arriviamo a casa."
Noi applaudiamo, facciamo volentieri il nostro mestiere di pubblico, senza sforzo.
Abbiamo trascorso una piacevole ora in compagnia di un amico che è stato al centro della conversazione, incontrastato, per tutto il tempo. Un amico che, senza egocentrismo, ha pizzicato la nostra curiosità e il nostro amore per la lettura. Un amico che ha diffuso onde di umanità per tutta la sala del piccolo cinema pieno, risvegliando in molti di noi l'affetto sopito verso di essa.
Un libro.