L’autore è un medico che vive a Milano da decenni, ma non ha mai reciso le radici con una terra molto amata, anzi le rinsalda ogni anno di più, ritornandovi, e, come in questa occasione, lasciando un dono di notevole pregio e di grande onestà intellettuale.
Chi pensava ad una scrittura per addetti ai lavori è stato piacevolmente smentito, sia per la vivacità del dibattito che ha visto un pubblico coinvolto e pronto a rivolgere domande all’autore, sia per come questo testo si approccia, in modo sciolto, autentico e inaspettato. A facilitare le relazioni di colleghi e amici: il dott. Morgante, il prof. Antonio De Sensi e la giornalista Ida Nucera.
Ma è l’autore stesso a coinvolgere i presenti, per la sua trasparenza ed empatia. Narra della sua esperienza umana e di medico, spiegando il cambiamento che lo vede molti anni fa, liberarsi dallo scetticismo razionalistico-cartesiano, che nasce dal rigido concetto della dimostrabilità in laboratorio. La medicina non è una scienza in senso cartesiano, afferma, ma piuttosto un’Arte con basi scientifiche. La medicina più efficace e più elevata è guidata dal cuore, dall’ Illuminazione e dalla Luce che dà l’Intuizione, quell’occhio clinico, perso quando da vocazione la medicina è diventata professione, sostituito purtroppo dalla “benda clinica”, perché oggi, non si guarda nemmeno in faccia il paziente!
Nel suo approccio medico, Vincenzo Mazzeo non propone mai a chi non se la sente di mettersi in gioco, di intraprendere un percorso di guarigione che non tocca solo la dimensione materiale, ma va oltre. E qui c’è un aspetto imprescindibile per chi cura, il rispetto dell’altro e dei suoi tempi. “Se il paziente non lo chiede non si può forzare. Il medico può curare la malattia, mentre la guarigione può essere ottenuta solo dal paziente… il concetto di guarigione è diverso da cura. Non possiamo, spiega, pretendere o pensare che la guarigione avvenga tout court in un solo momento. Il momento potrebbe durare sei mesi, un anno… qualche volta risolto un problema potrebbe affiorare un’altra patologia”. L’autore racconta di aver avvertito alcuni suoi pazienti, che intuiva in quel momento non pronti, che avrebbero perso tempo perché non maturi ad affrontare un processo di purificazione psico-emozionale, che comporta mettersi in gioco, fare i conti con i nodi della propria storia.
Il libro si compone di tre parti. La prima è un dialogo- intervista con il grande amico Peter Roche de Coppens, importante studioso di spiritualità e del risveglio della consapevolezza spirituale. Le conversazione tra i due, vivace ed empatica, è preziosa per il lettore nel rivelare il percorso che vede il Mazzeo, da medico specializzato in odontoiatria, fare un’esperienza determinante, durante un convegno, dove uno dei relatori, Meesrsserman, chiropratico che esercita la Kinesiologia, esegue su un collega il Test, lasciando incredulo e affascinato l’allora giovane medico, che scopre come il corpo risponde, in modo sorprendente e sempre puntuale, senza mai mentire. Se la mente può ingannarci, il corpo attraverso il sintomo ad esempio, ci parla.
Nella seconda parte, l’autore descrive le varie branche della medicina e i presidi terapeutici utilizzati, l’Omeopatia, l’Omotossicologia, l’Omeosinergia , i fiori di Bach, l’EMDR ormai usato da molti psicologi e psicoterapeuti per i traumi, la medicina cinese e così via. Tutte possibilità che vanno scandagliate e verificate ad personam, perché ciascuno è un universo unico e irripetibile.
La terza parte è la terapia ideata e utilizzata dall’autore, definita “Riequilibrio PsicoSpirituale”, basata su tre pilastri, tre doni che abbiamo ricevuto e che solo raramente utilizziamo: l’accettazione, il perdono e l’amore. Farà sorridere presuntuosi e scettici, ma accettare il vissuto è un’esperienza determinante: vivere una libertà del cuore che lascia andare le paure, scioglie i conflitti, donando i frutti di pace e armonia. Non c’è per questo, la bacchetta magica, né promesse di eterna felicità. Ma, come la meditazione e la preghiera, è un percorso serio, quasi una disciplina, che non nasce da uno sforzo della volontà che si rivelerebbe impotente, ma dal pieno convincimento di aver sperimentato la bontà di un cammino. Il perdono ha un potere immenso che giunge a ricucire la lacerazione con chi ci ha ferito e abbiamo ferito. L’umanità di Enzo Mazzeo è espressa pienamente, non solo raccontando di casi risolti di suoi pazienti, ma rivelando la sua esperienza di uomo. Un testo, quindi, sorprendete, destinato a raggiungere sia gli altri colleghi, ma soprattutto, uomini e donne che tutti i giorni faticano, gioiscono, soffrono, fanno i conti, con quella triade che li compone: corpo, mente e spirito.