LA POLEMICA. Caro Prof Castrizio, non è vero quello che lei sostiene

LA POLEMICA. Caro Prof Castrizio, non è vero quello che lei sostiene
giovani
  (rep) Sono sempre titubante e riluttante a rispondere (onestamente anche a leggere) ad articoli come quello proposto dal Prof. Castrizio ma questa volta non ce la faccio, non posso lasciar passare un’idea che distorce la realtà.

No Prof. Castrizio, non è vero quello che afferma.

Non è vero che a Reggio resta il peggio, restano i figli di papà, i cafoni, quelli che “vestono i cani”. Non è vero che i migliori emigrano, i più furbi e i più intelligenti. Non è vero e lo sa anche Lei.

Reggio città repleta di mille difficoltà, di mille bisogni non che non trovano appagamento non ha di certo bisogno di qualcuno che da un pulpito infierisca, senza peraltro dare possibili soluzioni.

E’ facile prendersela con i cafoni, i politici, gli idioti che ahimè abbondano (categorie peraltro che si intersecano tra di loro); ben più complesso è riconoscere i giovani virtuosi che con mille sacrifici decidono di restare, di investire nella propria terra. Un professore universitario non dovrebbe forse parlare dei virtuosismi dei propri “allievi”? “Sponsorizzare” il bello? Nelle sue righe non ho letto nulla di questo ma solo una critica (anche in parte condivisibile) su questa città e suoi abitanti.

Conosco personalmente mille e mille e mille giovani che ogni giorno danno l’anima per questa città e so, ne sono certo, li conosce anche Lei. Mi chiedo allora perché ridurli a “feccia” tra la feccia esaltando chi se ne va?

E no non è vero che se ne vanno solo i migliori ma se ne vanno anche i cafoni, i figli di papà e i falliti. Dunque Professore la prego non generalizzi perché di “generalizzatori” ne abbiamo già a decine e non ce ne servono altri.

Un giovane tra mille,
 dott. Francesco d’Aleo