CINEMA. L’ora Legale di Ficarra e Picone: ma il Sud e Reggio vogliono cambiare davvero?

CINEMA. L’ora Legale di Ficarra e Picone: ma il Sud e Reggio vogliono cambiare davvero?
legale   Credo che in tanti si aspettassero da Ficarra e Picone uno di quei film che vai a vedere per farti due risate, magari con la famiglia di domenica.
Infatti, in sala questo fine settimana numerosi erano i bambini presenti, ahimè ignari del fatto che ciò a cui avrebbero assistito sarebbe stata qualcosa a metà tra il comico ed il tragico, con situazioni e personaggi sì esilaranti, ma sui quali c'è poco da ridere e molto da riflettere.


 “L'ora legale” è il titolo di questo film scritto, diretto ed interpretato dal duo Ficarra e Picone, i quali riescono più che bene nel chiaro intento di stimolare delle riflessioni su questo mondo alla rovescia, dove la vera regola è proprio la mancanza di regole. Un film che si attiene a quella realtà innegabile delle nostre città e non solo del Sud, dove sembra che l'onesto sia l'eccezione. Il reggino intelligente, consapevole e soprattutto obiettivo non faticherà a riconoscersi nel tizio che lascia la cacca del cane per strada, nel maleducato che getta l'immondizia dove capita, nel prepotente che non sa stare in fila, in quello che infrange le regole e non vuol pagare, o che costruisce abusivamente, o che esce e si fa i cavoli suoi durante l'orario di servizio.

Notevole l’umorismo, mai volgare e di cattivo gusto, usato sapientemente per affrontare un tema difficile come quello della non legalità, a dimostrazione del fatto che per far ridere non è necessario tirare fuori il repertorio delle parolacce. Un crescendo di avvenimenti che si intrecciano nello sfondo di un paese abbrutito da una pessima gestione.

Notevoli gli attori, tutti siciliani, bravissimi nell'interpretazione del cittadino irrispettoso di qualsiasi regola che comporti sacrifici e rinunce, cittadino che crede di volere un cambiamento ma alla fine davanti ad esso, nel perdere i “vantaggi” di una gestione tipicamente clientelare, opta per un rientro immediato nelle vecchie e care abitudini dell'inciviltà, della maleducazione, del menefreghismo e dell'opportunismo.


In un piccolo paese gestito da un sindaco maneggione, corrotto e pronto a tutto per avere consensi, un eccezionale Tony Sperandeo, si svolge la vicenda incentrata sul momento delle nuove elezioni comunali, che arrivano puntuali e precise appunto come l'ora legale.  Protagonisti due fratelli, schierati su fronti opposti, che si danno battaglia a colpi di propaganda elettorale, uno per il cambiamento, l'altro legato saldamente al vecchio sistema dal quale si aspetta favori e prebende.

Le gag si susseguono e si continua a ridere di ciò che è sotto i nostri occhi di continuo. Ogni scambio di battute sembra un taglia e incolla di quel che accade in città come Reggio Calabria. Via il vecchio sindaco, dentro il nuovo. La scena più esilarante è attualissima e bene descrive il momento che effettivamente viviamo in città, momento di innovazione con l'entrata in vigore della raccolta differenziata. La gente ride a crepapelle: prima stanchi di quei cumuli di spazzatura sparsi in ogni angolo, tutti diventano quasi isterici quando ottengono una regola valida per tutti e da rispettare, confusi davanti ai bidoni colorati a domandarsi dove va il pannolino e dove va la buccia di banana; per poi finire a lanciare dalla finestra il sacco della spazzatura, vinti dalla voglia di rimanere ancorati a ciò che è più comodo, per quanto questo non sia vantaggioso per l’intera comunità.

Il film è una carrellata di personaggi attuali e veritieri; rispecchia in pieno la realtà, non fa sconti e alla fine colpisce come un pugno nello stomaco lasciando l’amarezza del capire che le responsabilità dello sfacelo nazionale sono da condividere tra tutti. Notoriamente non siamo bravi a metterci in fila, a parcheggiare regolare, a rispettare l'orario di lavoro, a rispettare il decoro della città e gli sforzi dell'amministrazione di abbellirla e renderla migliore. 

Vogliamo la città in sicurezza, ma costruiamo abusivamente chiedendo favori a destra e sinistra, ed anche al centro. Vogliamo una città pulita e non inquinata, ma siamo i primi a sporcare ed inquinare.  Su di noi tante ombre. Come nel film. Dal vecchio silenzioso mafioso con l'anello al dito e seduto in balcone, che appare quanto basta ed in maniera inquietante per ricordare che esiste, al parroco intrigante arraffone ed opportunista, interpretato da uno straordinario Leo Gullotta, che non vuol pagare le tasse, al losco personaggio massone della arrivato da Roma a sostegno della non legalità.

Nel film ci sono il maleducato, l'assenteista, l'abusivo, il parcheggiatore, il ristoratore senza licenza, l'approfittatore, il corrotto, tutti personaggi di fantasia, ma autentici e riscontrabili in tutti noi cittadini. Ci sono anche delle persone stanche di tutto questo e pieni di belle speranze, ma perdono.

La rettitudine viene messa a tacere, il sindaco onesto ci prova, si impegna, ma alla fine viene sconfitto dalla stragrande maggioranza che il cambiamento lo desiderava soltanto a chiacchiere. La scena finale non fa ridere, e decreta il ritorno del vecchio modus corrotto e incivile.

Si esce dal cinema in silenzio, con una sensazione di amaro e con un grosso dubbio. Ma lo vogliamo davvero un mondo migliore?