Confindustria su Aeroporto dello Stretto: "difendere diritto alla mobilità

Confindustria su Aeroporto dello Stretto: "difendere diritto alla mobilità

ReP

«Siamo sempre più convinti che la mancata concessione trentennale da parte dell’Enac sia l’ennesima riprova di un vero e proprio progetto volto a ridimensionare l’aeroporto dello Stretto fino alla sua chiusura. Non consentiremo che la condizione di isolamento della nostra provincia si aggravi ulteriormente. Sarebbe un fatto esiziale per le ipotesi di sviluppo una Città metropolitana che rischia di perdere uno strumento fondamentale per la propria crescita sociale ed economica». È quanto afferma Confindustria Reggio Calabria con riferimento al rinvio dell’Ente nazionale per l’aviazione civile sulla concessione delle infrastrutture aeroportuali alla Sogas. L’associazione degli industriali, presieduta da Andrea Cuzzocrea, chiede di conoscere «cosa sia cambiato nel volgere di meno di un mese, rispetto a quando cioè il definitivo via libera dell’Enac sembrava praticamente cosa fatta. È ormai da vent’anni che, quando si parla del “Tito Minniti” e dei rapporti con i vertici romani dell’aviazione civile, tutto è avvolto in una nebulosa. Una cortina di incertezza che crediamo faccia il gioco di quanti, operando nell’ombra, da sempre cercano di escludere lo scalo di Ravagnese dai grandi network nazionali e internazionali. L’inserimento tra gli aeroporti di interesse nazionale nel Piano strategico del ministero dei Trasporti, in questo senso, ha un’importanza relativa nell’ambito di uno scenario di mercato che muta molto rapidamente».

Secondo Confindustria Reggio Calabria, «le difficoltà economiche della Sogas sono note e anche noi imprenditori abbiamo avuto modo, più volte, di rimarcare come sia ormai inadeguato ai tempi un modello gestionale che anche il migliore management avrebbe difficoltà a rendere efficiente. Un tema, quello delle società a partecipazione pubblica, che non riguarda solo la Sogas né soltanto la Calabria. Tuttavia – prosegue l’associazione guidata da Andrea Cuzzocrea – dobbiamo osservare che molti altri aeroporti italiani non godono di una situazione finanziaria favorevole, eppure ricevono attenzioni, sforzi e giudizi indulgenti da parte dello Stato. Le stesse riflessioni vanno estese al profilo infrastrutturale, perché il “mito” negativo della pericolosità del “Tito Minniti” può essere facilmente sfatato da chinque frequenti altri scali del nostro Paese».

Confindustria Reggio Calabria sottolinea come «la necessaria rivisitazione, in prospettiva futura, del sistema di governance dell’aeroporto dello Stretto oggi vada affrontata di pari passo con una questione ancora più urgente: quella della salvaguardia stessa dello scalo, che oggi più che mai risulta essere di rilievo strategico euro-mediterraneo, soprattutto nella prospettiva di una sempre maggiore integrazione con Messina. Reggio Calabria è la Città metropolitana più meridionale d’Italia e, oltre ad avere una posizione baricentrica, dispone di infrastrutture di importanza mondiale, come il porto di Gioia Tauro, che in prospettiva dovranno farle assumere un ruolo di capitale economica del Mediterraneo. Per questo – conclude Confindustria – sull’aeroporto dello Stretto noi imprenditori non transigeremo. Difenderemo il diritto alla mobilità di cittadini e imprenditori e rilanceremo il nostro ruolo di attori della politica economica del territorio per difenderlo anche ai massimi livelli istituzionali italiani».