“La Regione Calabria non mancherà a sua volta di seguire la strada tracciata e mi impegnerò in prima persona – come sempre ho fatto in merito – affinché la Massima Istituzione calabrese si esprima a sua volta a favore dell’interesse alla cessione dei beni Sipi oggetto di procedura fallimentare e valutare con i settori competenti l’acquisizione di questi 14 ettari di terreno di grande valore storico, ambientale e faunistico. Tutto ciò senza perdere di vista la necessaria collaborazione con le associazioni ambientaliste, culturali e sociali che agiscono nel territorio”.
“In questa battaglia come rappresentante istituzionale - prosegue Giovanni Nucera - non è mai mancato il mio impegno, già come consigliere provinciale, e che mi ha visto promotore nel 2008 di un ordine del giorno per difendere le istanze e la contrarietà manifestata da tutti gli Enti locali e dei cittadini allo scellerato progetto della SEI. Così anche nel 2013, il Consiglio Provinciale approvava all’unanimità una mozione da me presentata che esprimeva parere negativo contro il progetto della SEI-Repower. Il 19 giugno 2014 si chiedeva la convocazione straordinaria del Consiglio aperto ai Comuni e agli Enti interessati per assumere determinazioni urgenti contro la realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche”.
“Oggi, come allora, la nostra posizione non cambia: lo sviluppo della Calabria non può prescindere dalla riqualificazione dell’area di Saline Ioniche che ha rappresentato negli anni un sito in cui si è consumata una indegna lotta di accaparramento. Dopo le tante battaglie dei cittadini, degli Enti, delle associazioni e dopo i risultati raggiunti non mancheremo, come Regione Calabria, dunque, a impegnarci affinché l’area torni, bonificata, al territorio e alle comunità locali ed essere finalmente fruibile da tutti, a partire da interventi di riqualificazione volti alla tutela ambientale, dall’utilizzo produttivo delle strutture già esistenti sul territorio, dalla promozione delle iniziative manifatturiere legate alle energie alternative, all’agricoltura, al paesaggio e al recupero di attività tradizionali legati alla cultura calabro-greca”.