"Dove prima vi era diffusa omerta' - ha detto ancora Mattarella - ora spesso vi sono i simboli e le bandiere delle associazioni impegnate contro la mafia. Dove vi era silenzio dettato dal timore, o dalla connivenza, ora vi sono le parole, forti e coraggiose, dei nostri ragazzi. Dove c'era indifferenza o rassegnazione, ora si insegna legalita'. Occorre rafforzare e diffondere questa crescita culturale. Un crescita che deve continuare nel tempo, e che non dobbiamo mai dare per conseguita una volta per tutte. Una crescita che presuppone un forte impegno nell'ambito educativo e formativo. La scuola e' un terreno decisivo per la formazione di coscienza civica e per trasmettere il senso della legalita', e dunque il contrasto alle mafie".
"Sarebbe un grave errore - ha sostenuto Mattarella - pensare che tocchi soprattutto ad altri, che sia soltanto un problema dello Stato e dei suoi rappresentanti. E' un compito che riguarda ciascuno di noi: nell'agire quotidiano, nei comportamenti personali, nella percezione del bene comune, nell'etica pubblica che riusciamo ad esprimere. Occorre, infine, un tessuto sociale piu' solido, attraverso l'effettiva possibilita' di lavoro e il buon livello dei servizi sociali e sanitari. Occupazione e qualita' dei servizi assicurano dignita' e rendono i cittadini piu' capaci di esser protagonisti. Un tessuto sociale solido, e rassicurato sotto questi profili, resiste meglio alle influenze e alle pressioni mafiose". "Questo - ha concluso - e' l'orizzonte politico, giudiziario, di ordine pubblico, culturale, educativo, sociale del nostro impegno contro le mafie".