IL DIBATTITO. Sardine, nessuno ci metta il cappello sopra

IL DIBATTITO. Sardine, nessuno ci metta il cappello sopra

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Hanno ben scritto il direttore di questa testata, Aldo Varano, e il prof. Piero Bevilacqua, sul Manifesto, a proposito di Sardine.

Era ovvio che qualcosa stesse navigando in Italia. Non era e non è possibile che si accettasse, tutti, il nuovo ordine salviniano e cinquestellato (io ci aggiungo, infatti, di mio, anche questo non insignificante particolare sui presunti sinistrorsi votati invece al qualunquismo). Che tutti avessero, cioè, accettato di morire sonnolenti, sotto la noia grigia e impossibile del Pd targato Zingaretti-Franceschini, sottomesso ormai a Di Maio (poveri noi!).

Ha scritto bene il professore calabrese Bevilacqua, di stanza a Roma: “Esiste una vasta Italia, senza voce e senza rappresentanza, che legge, lavora o cerca lavoro, mite, assetata di giustizia, disgustata dalla società dello spettacolo che ha inghiottito la politica, preoccupata, in varia misura, per le sorti della Terra, e potenzialmente proiettata verso un futuro di possibilità uguali per tutti. Un vasta massa di cittadini italiani – voglio dirlo ai produttori industriali di menzogne e di confusione – di sinistra, perché trova naturalmente giusto che in una società opulenta come la nostra ci sia posto e mani tese anche per gli ultimi e per gli sconfitti’’.

  Ora si chiamano Sardine ma potevano chiamarsi tranquillamente gatti o leoni, o pescecani, ma hanno scelto un bellissimo nome evocativo: pesci dispersi, onesti e attivi. Arriveranno anche in Calabria, anzi sono già attivi con manifestazioni programmate per fine mese.

Sempre Bevilacqua: ‘’...questa originale esperienza dovrebbe rimanere fedele a se stessa, non cercare di diventare un partito, ma restare, rafforzandosi, movimento organizzato. Un movimento che abbia una strutturazione snella, di rete, poco costosa e poco impegnativa, che vive normalmente di routine informativa, in latenza, ma che scatta in massa nelle occasioni necessarie: allorché c'è da combattere battaglie per opporsi a scelte di governi o di imprese o proporre progetti, soluzioni, rivendicazioni’’.

  C’è un punto su cui il valente direttore di Zoomsud ha pero’ ragione: nessuno osi mettere il cappello su questo fenomeno-movimento. Perchè se ha ragione Bevilacqua a dire che quella delle Sardine potrebbe essere la prefigurazione stabile di una nuova modalità della politica “che si aggiunge, sostituisce in parte, integra, quella dei partiti. Una apparizione miracolosa in una fase storica in cui  i dirigenti dei partiti politici interpretano ed esaltano le malattie della democrazia in età neoliberistica”, è pur vero che devono muoversi in un campo aperto, apertissimo, dove quella sinistra noiosa e incerta di cui prima non ha manco ragione di esistere nelle forme e nelle modalità che conosciamo, e anzi facciamo persino fatica a immaginare.

  Avanti, dunque, con coraggio e autonomia. Da tutti.