L’INTERVENTO. Serve un Pd forte, per questo nasce Azione riformista

L’INTERVENTO. Serve un Pd forte, per questo nasce Azione riformista

pdcalabria

(riceviamo e pubblichiamo) Ho letto l’attenta riflessione di Filippo Veltri su Zoomsud e voglio contribuire anche io, nel mio piccolo, al dibattito sul futuro della sinistra e del PD.

Nelle intenzioni del Segretario nazionale Zingaretti il PD deve cambiare radicalmente struttura organizzativa e proposta politica. Da mesi si parla di “Partito Nuovo”, richiamando l’incredibile sforzo rinnovatore messo in campo da Togliatti con Svolta di Salerno.

Tuttavia al momento si fa fatica a capire cosa sarà il PD alla fine di questo strano percorso congressuale che durerà a lungo e sarà caratterizzato da un primo congresso “per tesi” entro giugno e da un secondo congresso per eleggere i gruppi dirigenti, che dovrebbe svolgersi in autunno.

Concordo con Zingaretti sulla necessità di un aggiornamento del PD circa il pensiero politico, la sua organizzazione interna, la sua funzione politica nella società e il suo ruolo nelle istituzioni. Concordo sulla necessità di costruire un campo aperto, democratico e riformista in cui rifondare le ragioni della sinistra italiana e richiamare a casa le persone che oggi sentono orfane di un soggetto politico a sinistra.

Io mi spingo oltre e mi chiedo se non sia insufficiente un congresso lungo e se non serva invece una fase costituente inedita in cui intercettare le tante e significative novità politiche registrate in Italia negli ultimi mesi e ricostruire una identità nuova e moderna ma fortemente alternativa al modello sovranista portato avanti dalle destre mondiali.

I temi della redistribuzione della ricchezza, dell’equità sociale, delle libertà civili e politiche, delle perequazione territoriale e generazionale, dello sviluppo equo e sostenibile sono ritornati con maggiore forza alla nostra attenzione e ci richiamano ad una riflessione profonda sull’assetto economico e sociale mondiale, dopo la sbornia liberista e globalizzante vissuta negli ultimi 30 anni.

Sono temi immensi che richiedono un nuovo pensiero politico da sviluppare coinvolgendo le migliori menti e le più avanzate esperienze politiche mondiali.

Se il congresso del PD avrà questa ambizione sarà una buona occasione di crescita, se invece vuole essere un semplice passaggio interno per rilegittimare i gruppi dirigenti e tentare una operazione di marketing per rendere più attrattivo il brand (magari cambiando il nome e il simbolo) fallirà miseramente. E le premesse di questo fallimento, purtroppo, ci sono tutte al momento.

C’è una discrasia profonda tra le intenzioni proclamate da Zingaretti e le pratiche quotidiane. Non c’è nessun tentativo di costruire un partito nuovo in un campo aperto e plurale ma c’è invece la chiusura del partito nella “confort zone” delle correnti. Mentre all’esterno non si sta provando ad intercettare i bisogni e i sogni degli italiani per ricondurli in un soggetto politico collettivo riformista ma ci si sta limitando a contrattare l’ingresso futuro nel PD di qualche piccolo partito nato da precedenti scissioni e di pezzi di ceto politico cosiddetto moderato.

In Calabria la situazione è ancora più drammatica. La grande azione di rinnovamento sbandierata dalla Segreteria nazionale ha prodotto, ad oggi, la più grande sconfitta del centrosinistra da quando esistono le regioni e il commissariamento delle Federazioni provinciali “dissidenti”. Da qualche settimana inoltre c’è una iper-attività dei commissari nel commissariare circoli e sollecitare tesseramenti in preparazione dei futuri congressi. Si avete capito bene! Infatti a differenza del passato il Segretario regionale sarà scelto solo dagli iscritti e non con primarie aperte. Con il commissariamento di tutte le strutture di base, dunque, e in assenza di una gestione trasparente e plurale del tesseramento si rischia di tornare agli anni bui dei signori delle tessere e dei famosi elenchi prestampati che con fatica avevamo superato.

Si continua insomma nel rendere il PD in Calabria impermeabile a qualsiasi discussione e partecipazione e si impedisce ogni forma di agibilità politica a chi dissente.

Il dissenso, tengo a chiarire, non può essere mai silenziato o peggio espulso da un partito moderno e democratico. Non fa bene alla democrazia italiana la deriva stalinista che in Calabria sta assumendo il PD, poiché potrebbe estendersi ad altre realtà italiane e portare il PD fuori dall’alveo costituzionale.

Tutto questo sta accadendo alle nostre latitudini nel silenzio colpevole di tanti e nella solitudine di pochi che da mesi provano a farsi ascoltare, invano, per spiegare le proprie ragioni.

Insomma se il modello che ha in testa Zingaretti è quello che il PD, tramite pro-consoli, commissari e truppe ausiliarie sta portando avanti in Calabria c’è molto da preoccuparsi.

Tuttavia la sfida nazionale ed internazionale del PD è troppo importante per sprecarla. Occorre ripensare l’Italia e occorre riorganizzare il Partito delle nuove masse urbane, sempre più impoverite ed impaurite e dei territori interni, isolati e desertificati. Occorre costruire il Partito dei diritti umani, del garantismo, della libertà formale e sostanziale. Occorre costruire il Partito del lavoro, del reddito, della competitività e dell’innovazione. Occorre costruire il Partito che sappia accompagnare ed incoraggiare la generazione del Fridays for Future verso la battaglia campale per salvare il pianeta Terra.

Io credo che non si possa prescindere dal PD per ricostruire il centrosinistra italiano e calabrese. Anche chi vuol fare scelte diverse, ma sempre in un campo alternativo alle destre, deve augurarsi che il PD diventi un partito di sana e robusta costituzione.

Azione riformista nasce con questa consapevolezza e con l’obiettivo di sollecitare una discussione dentro ma soprattutto fuori il PD.

Vuole essere un campo democratico di confronto tra diversi punti di vista in preparazione proprio della nuova fase politica che si ci propone di avviare nei prossimi mesi.

Azione riformista non è una corrente e infatti non ci sarà alcun tesseramento, ma è un luogo reale e presto virtuale in cui fare incontrare tanti iscritti al PD che oggi non sanno dove discutere e tantissimi uomini e donne di Calabria che non fanno parte di quell’organizzazione.

Sarà semplicemente un laboratorio di idee e di rinnovamento. Quest’ultimo, infine, declinato in maniera intelligente ed ancorato ad una salda cultura politica nuova, sarà per noi la principale missione. Chiunque può aiutarci e chiunque può spingere il carro rispettando questi due elementi per noi irrinunciabili: declinazione riformista dei nuovi temi globali e nazionali e rinnovamento della classe dirigente.

*già segretario della federazione provinciale del Pd di Cosenza.